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Fiaccolata Ospedale Castrovillari. Vescovo: «Sanità pubblica vinca sulle lobby»

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Tanta partecipazione ieri (venerdì) alla fiaccolata – organizzata da Solidarietà e Partecipazione, Famiglie Disabili, Avo, Avis, Medici Cattolici, Non più Soli – in difesa dell’Ospedale di Castrovillari che, dal piazzale del nosocomio, ha sfilato per le vie centrali della città fino al Palazzo comunale. Un serpentone illuminato dalle candele per dire “no” ad ulteriori scippi che stanno portando al collasso il presidio del Pollino a causa dei continui tagli alla sanità. Significativo, infatti, lo striscione a capo del corteo: “No alla chiusura dell’Ospedale”. Un rischio che in altri casi si è concretizzato ma che Castrovillari vuole scongiurare.

A scendere in piazza, oltre al sindaco, Mimmo Lo Polito, agli amministratori comunali, a rappresentanti di altre associazioni e all’intera cittadinanza, anche il vescovo della diocesi di Cassano all’Jonio, monsignor Francesco Savino che, munito di megafono, ha spronato l’intera popolazione castrovillarese (e non solo) ad essere sempre più unita perché «insieme si possono raggiungere dei risultati. Più il popolo si divide, più il potere si afferma e gode». Ed è proprio contro i poteri più forti, «quei gruppi che sono affetti da “egoite”, malattia di chi vuole affermare se stesso senza pensare al bene di tutti» che si scaglia il presule: «Io non ci credo che i soldi nella sanità non ci sono. Il vero problema sono gli sprechi e le lobby che possono investire, destabilizzando, così, il pubblico e favorendo il privato. E’ un problema di priorità – ha aggiunto mons. Savino – nell’ambito dell’organizzazione sanitaria nel rispetto dei bisogni reali». «La vera democrazia – ha detto il vescovo di Cassano – cresce quando i diritti vengono garantiti a tutti. E tutelare quelli dell’ammalato è fondamentale, soprattutto se si tratta di persone più deboli».

Prima di mons. Savino, a prendere la parola Giuseppe Angelastro, portavoce delle associazioni organizzatrici ma anche di un’intera popolazione che chiede «rispetto dei propri diritti e una sanità migliore».

Federica Grisolia

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