Al netto del pensiero di ognuno (giusto o sbagliato che sia) sulla questione migranti, una cosa è certa: gestirla in questa maniera non va più bene. L’asse Europa-Ministero dell’Interno-Prefetture ha fallito. C’e esasperazione. I migranti, da una parte, lamentano, tante volte, condizioni disumane. I cittadini dei comuni interessati al fenomeno, dall’altra, lamentano disagi nella vita quotidiana. Quindi è inutile continuare su questa strada. Bisogna studiare soluzioni alternative. Perché se errare è umano, perseverare è diabolico! Il nostro Paese è formato da un crogiuolo di piccoli comuni, molti dei quali da due/tre anni a questa parte si stanno trovando di fronte ad un’emergenza che li vede impreparati. Dalle amministrazioni comunali sino ad arrivare alla signora Maria. Tanti di questi cittadini, la maggior parte, conserva valori civili, cristiani, umani e di solidale convivenza quotidiana. Ma di fronte al migrante spesso tutto cambia. Perché nel migrante viene visto un sistema che non funziona. Ed è a questo sistema che il cittadino medio si ribella, non al ragazzo di colore, poco più che ventenne, che potrebbe essere anche suo figlio.
Ma perché si è arrivati a questa situazione di collasso? Non entro nel merito di un’analisi geo-politica sulle cause dell’emigrazione dall’Africa. Ma diamo per assodato che il fenomeno c’è e va gestito. Se da una parte il Governo Italiano continua a fare appelli all’Europa affinché non abbandoni l’Italia in questo percorso, dall’altra però, nei fatti, sembra voler implementare questo sistema foraggiando nuovi centri di accoglienza. Di questo passo il motore si è ingolfato: i tanti migranti stazionano oltre il tempo previsto nei centri di accoglienza poiché si crea un rallentamento burocratico che non permette agli stessi di passare al secondo livello di accoglienza e agli Sprar dove già si inizia a parlare di integrazione.
Ma allora che fare? Come dice Papa Francesco «l’unica soluzione è la solidarietà». Ma a patto, però, che sia una solidarietà vera, cristiana. Ma anche laica, allo stesso tempo. Allora diventiamo davvero rivoluzionari come Gesù e accogliamo i migranti in maniera disinteressata e gratuita. Con strutture messe a disposizione dai Comuni (in ogni paese c’è almeno un edificio inutilizzato), dalle Curie, con volontari veri, professionisti e non, che nel tempo libero, a titolo gratuito e a turni, gestiscono l’accoglienza. Medici, cuochi, inservienti, infermieri, mediatori culturali, avvocati, interpreti, insegnanti che si mettono a disposizione del prossimo, di quel fratello in difficoltà. Questa potrebbe essere davvero l’unica soluzione. Una vera rivoluzione culturale!
Vincenzo La Camera