Questione migranti ad Amendolara. Proviamo a fare chiarezza
L’operazione accoglienza messa in piedi dal Governo Renzi diventa ogni giorno una matassa sempre più ingarbugliata agli occhi degli ignari cittadini che, il più delle volte, tenuti distanti da ogni forma di trasparenza e informazione, rischiano di sconfinare in comportamenti intransigenti nei confronti dei migranti entrati in Italia in maniera irregolare. Nemmeno la trasmissione “Dalla vostra parte” andata in onda venerdì sera su Rete4 (con diretta da piazza Fanfani) è riuscita a fare chiarezza sul sistema accoglienza né tanto meno su quanto sta accadendo ad Amendolara. Nel piccolo comune jonico la situazione è enormemente dibattuta nelle piazze, sui social, da un po’ di tempo anche nelle sedi istituzionali, sulla stampa ma né i cittadini né tantomeno l’Amministrazione Comunale riescono a trovare una linea condivisa da presentare.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza. Ad Amendolara oggi esistono due centri di accoglienza. Uno, l’ex Hotel Enotria, nei pressi della stazione ferroviaria, gestito da una cooperativa con sede a Senise (Pz), la Senis Hospes. Il centro è attivo già da un anno e ospita un centinaio di migranti. Strutturato con figure professionali o comunque lavorative, tra cui alcuni amendolaresi. Questo era partito come Centro di Prima Accoglienza, oggi è un Centro di Accoglienza Straordinaria. Queste strutture sono individuate dalle Prefetture che, sentito il parere degli enti locali, assegnano le gestioni attraverso bandi pubblici a cooperative, che vengono retribuite per l’attività svolta. Le cifre si aggirano grosso modo attorno ai 35 euro a migrante al giorno, necessari per garantire vitto, alloggio, abbigliamento e servizi professionali come assistenza legale, interprete, corsi di lingua, etc… Un Centro di Accoglienza Straordinaria si sa quando apre ma non si sa quando chiude, con una continua turnazione degli ospiti.
Dall’altra parte della marina di Amendolara troviamo invece l’Hotel Grillo gestito dalla Pamag s.r.l. I primi migranti hanno messo piede ad Amendolara proprio in questa struttura, nell’estate del 2015. Oggi l’Hotel Grillo accoglie un centinaio di migranti, in una situazione di perenne emergenza. Infatti questo non è un vero centro di accoglienza e non fornisce i relativi servizi di assistenza, ma solo vitto, alloggio, abbigliamento e medicine, venendo per questo retribuito sempre dalla Prefettura. L’anomalia è che i migranti, secondo le prime disposizioni prefettizie, sarebbero dovuti restare all’Hotel Grillo per pochi giorni. Sono passati oltre due mesi. Quindi ad Amendolara sono ospitati ad oggi circa 200 migranti su una popolazione di meno di 3000 abitanti. Il Piano del Ministero dell’Interno ne prevede 3 ogni mille abitanti, su scala nazionale, attenzione. Da qui si evince come l’Italia può ospitare ad oggi circa 150.000 migranti per andare a compensare, secondo la strategia di Renzi, quei circa 110.000 giovani italiani che fuggono dall’Italia in cerca di lavoro.
In questo contesto, può sembrare paradossale, la situazione di Amendolara è in regola ma comunque al limite. Poiché risulta fuori da ogni logica che un solo piccolo comune possa ospitare 200 migranti che, è bene ricordarlo, nella maggior parte dei casi, non cercano l’integrazione in quanto di passaggio verso altri lidi più prolifici. Se a questo aggiungiamo anche dei casi di malattie (scabbia) che si sono verificati presso l’Hotel Grillo (che ora sarebbero rientrati) la situazione rischia di diventare delicata. Ed è proprio la buona salute di queste persone che deve interessare maggiormente i cittadini. Il resto: abiti usati invece che nuovi, due volte pasta al giorno, pocket money non consegnato con regolarità, è aria fritta. Siamo comunque in un’emergenza, o così vuole farci credere il Governo, ed è normale che qualche criticità nel sistema venga riscontrata. E comunque chi scappa dalla guerra, dalla fame, dai maltrattamenti e si sobbarca una traversata su barconi stracolmi con il rischio di morire, non si lamenta affatto (o non dovrebbe farlo) del trattamento ricevuto negli alberghi divenuti centri di accoglienza.
Intanto con il corto circuito che si è creato non è semplice per le Prefetture alleggerire per così dire le strutture esistenti. Infatti le Prefetture non requisiscono edifici ma sondano la disponibilità del proprietario che può anche rifiutarsi, come fanno in tanti, che rinunciano alle sirene degli euro perché magari come albergo puntano ancora sulla ricettività turistica.
Anche se presso l’Hotel Grillo si è verificato qualche caso di scabbia che ha attirato parte della stampa e dell’opinione pubblica, paradossalmente, l’attenzione mediatica e istituzionale sui migranti di Amendolara si è attivata in seguito al fatto di cronaca avvenuto al CAS dell’ex Hotel Enotria dove un’operatrice è stata punta con una siringa da un migrante nigeriano e sul cui caso la magistratura sta indagando. Da quel momento si è aperta una breccia su quanto stava accadendo ad Amendolara. L’attenzione dell’opinione pubblica, però, ha abbandonato il centro di accoglienza dell’Hotel Enotria e si è buttata a capofitto sull’Hotel Grillo. Forse però dimenticando un aspetto comunque molto semplice. Se davvero l’obiettivo dell’Amministrazione Comunale, come sembra esserlo, avallata in qualche modo dal Prefetto, è quello di puntare alla riduzione del numero dei migranti, ciò deve avvenire anche presso il CAS dell’ex Hotel Enotria. Altrimenti il numero resterà comunque troppo elevato per un paese come Amendolara.
Detto ciò, ormai il velo sul business che avvolge il sistema di accoglienza si è squarciato. Ma qui entriamo più in una questione etica che legale. Gli imprenditori fanno il loro lavoro e se fiutano l’affare cercano di portarlo a casa. Ecco perché viviamo un dibattito senza fine dove anche un certo giornalismo può, di riflesso, trovare il proprio tornaconto. Perciò siamo di fronte ad un bivio: o si cambia radicalmente il modo di gestire i migranti puntando su un’accoglienza cristiana gratuita (difficile ma sarebbe una vera rivoluzione) o si continua su questa strada, ma abolendo i vocaboli accoglienza e solidarietà che non possono assolutamente coabitare con il denaro.
Vincenzo La Camera
Caro direttore,ad Amendolara non si trova una linea condivisa per il problema dei migrantri perchè una parte politica del nostro Paese,ovverosia il PD,non la vuole.Alcuni vecchi esponenti di questo partito preferiscono partecipare e rilasciare dichiarazioni su emittenti locali e magari essere assenti ad una trasmissione come quella dell’altra sera del giornalista Belpietro su Rete 4 e in diretta.Ricordo a costoro che per partecipare a tali trasmissione non bisogna essere invitati.Il cittadino comune che è intervenuto nel dibattito non è stato invitato:ha partecipato perchè lo ha voluto.Questa sinistra,obsoleta e inconcludente,è da anni che si ostina a portare avanti una politica che sta provocando tra i cittadini Amendolaresi danni irreparabili,soprattutto dal punto di vista socio-culturale.