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Consorzio Bonifica, bollette della discordia. Cittadini comuni montani: «Non le paghiamo»

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La sede del Consorzio di Bonifica a Trebisacce

Cresce nell’Alto Jonio la protesta contro “le bollette” emesse dal Consorzio di Bonifica Integrale: dopo altri incontri promossi dal sindaco di Amendolara Ciminelli, alzano la voce i sindaci del paesi montani dell’Alto Jonio. Questi, uniti per difendere i cittadini da una tassa agricola, ritenuta ingiustificata e iniqua, comminata annualmente dal Consorzio di Bonifica per presunti miglioramenti fondiari sui terreni agricoli si sono autoconvocati a Trebisacce  per trovare una soluzione ad un problema che, in un momento di grave crisi economica, rischia di deflagrare da un momento all’altro. Ecco allora che i sindaci e gli amministratori degli 8 comuni montani dell’Alto Jonio ricadenti nel territorio della C.M.A.J. e precisamente Albidona, Alessandria del Carretto, Canna, Castroregio, Cerchiara di Calabria, Nocara e Oriolo (San Lorenzo Bellizzi è inserito nell’area del Pollino), si sono incontrati per determinarsi sulle iniziative da intraprendere per respingere quella che viene definita una vera e propria “patrimoniale truccata”.

All’incontro era formalmente presente anche l’esecutivo della Comunità Montana nella persona dell’assessore Nino Adduci. In realtà i sindaci hanno lamentato il fatto che i cittadini-possessori di terreni agricoli, la maggior parte dei quali incolti e abbandonati, quando ricevono “le bollette” del Consorzio, si rifiutano di pagare questa ulteriore gabella e si rivolgono ai propri amministratori, i quali non possono certo consigliare loro l’evasione tributaria, anche perché la tassa trova fondamento nella legge regionale n. 11/2003, art. 23 che, voluta dall’allora assessore regionale Mario Pirillo, ha ridefinito i compiti dei Consorzi di Bonifica effettuando una nuova perimetrazione dei bacini di riferimento, elevando l’asticella dell’altimetria e includendo di conseguenza anche i paesi montani che, a differenza di quelli costieri e collinari, secondo i sindaci e gli amministratori che erano presenti all’incontro, non riceverebbero alcun beneficio fondiario da parte del Consorzio. Sì, perché i comuni della fascia costiera e collinare, oltre ad altri benefici fondiari, beneficiano dell’irrigazione proveniente dalla condotta del Sinni che è gestita dal Consorzio di Bonifica, ma i comuni montani, proprio in virtù della propria altimetria rimangono fuori dal servizio.

Da qui l’iniziativa di contestare in linea di principio la tassa e di trovare però la formula più efficace per liberare i propri amministrati da questa ennesima gabella. Così i sindaci presenti, impegnatisi formalmente a rimanere uniti per cercare di difendere la sopravvivenza stessa dei comuni montani e considerato che la tassa effettivamente è sottesa da una legge regionale, hanno valutato varie ipotesi di intervento, tra cui quella di chiedere di riabbassare l’altimetria del perimetro di inclusione, e/o di chiedere una tariffazione diversa dalle aree costiere e collinari. Alla fine, come sintesi dell’incontro è stato deciso di elaborare un documento con il quale hanno chiesto ai vertici della Comunità Montana la convocazione di un consiglio straordinario dell’ente montano, allargato alla partecipazione dei sindaci, per discutere di questo argomento e di approvare un formale atto deliberativo in ordine alla soluzione del problema degli avvisi di pagamento emessi dal Consorzio di Bonifica.

Pino La Rocca

 

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