San Lorenzo Bellizzi saluta il suo Pietro. Sulla bara la bandiera della Juventus
Tutte le vette del Pollino sono imbiancate di neve, le strade sono quasi tutte ghiacciate e pericolose per il transito automobilistico e pedonale; lungo i viottoli di San Lorenzo Bellizzi vecchia l’acqua scorre come il torrente; ma dalla ciminiera dei tetti esce fumo e calore. I muri delle case sono coperti di numerosi manifesti funebri; uno di essi è firmato dal sindaco, che proclama il lutto cittadino. La bara è coperta dalla bandiera della Juventus; nella casa c’è il pianto trattenuto delle donne più giovani, ma nei nostri piccoli paesi c’è ancora la vecchia zia che esplode con l’antico pianto greco e latino. Sul Pollino riprende a nevicare, in paese piove e tira molto freddo, ma la chiesa del rione Sgrotto è gremita di gente.
Non ci sono soltanto i sanlorenzani ma anche quelli dei paesi vicini, da Cerchiara e Francavilla, fino a Trebisacce. Il corteo, silenzioso e commosso, si avvia dalla casa dell’estinto e procede verso il luogo sacro del nostro battesimo e della nostra morte. Si contano più di 40 corone di amici e parenti, e poi due file di palloncini in mano ai ragazzi delle scuole: a Pietro volevano tutti bene. Arrivano altre auto e non trovano posto per parcheggiare; continua a piovere, e molta gente resta fuori della chiesa, al riparo dell’ombrello. Tra amici, si discute di questa assurda morte e anche della neve che non è sempre “bella”. Qualcuno si rammarica di non poter ascoltare da vicino, l’omelia del parroco, le commosse parole del sindaco Antonio Cersosimo, l’affettuoso ricordo della giovane Piera Cerchiara, il fraterno saluto del dottor Leonardo Larocca. Con questa corale partecipazione si è dato l’addio a Pietro Cersosimo, il giovane 38enne tragicamente scomparso nella notte tra l’11 e 12 gennaio scorso. Pietro si portava sulle spalle un male che affrontava con pazienza, coraggio e anche con allegria. Amava l’amicizia, il suo paese, la famiglia, il Pollino, la cultura, la fotografia e lo sport. E’ morto assistendo all’ultima vittoria della squadra del suo cuore: la Juventus.
Giuseppe Rizzo
(con la collaborazione di Domenico Pittelli per le fotografie)
Caro Pietro mi dispiace ma non ho avuto la forza di venire, eravamo molto amici,quando arrivavo al tuo paese eri sempre tu a venirmi incontro x salutarmi,ciao spero che trovi tutta la pace e l’amore che non hai potuto avere sulla terra,riposa in pace.
Addio Pietro….sarai sempre nei nostri cuori…. FinoAllaFine….
Caro Pietro, forse nemmeno tu sapevi di essere tanto amato! La tua dipartita lascia un vuoto incolmabile. Ricorderò sempre la tua simpatia, la tua pacata allegria e la tua riservatezza. Un pensiero affettuoso va ai tuoi parenti, soprattutto alla tua seconda mamma: tua zia Carolina che, spero, trovi la forza per superare anche questo immenso dolore.