Anno nuovo, film vecchio. La protagonista è sempre la stessa, quella contrada Santa Marina di Oriolo, salita alla ribalta della cronaca con la frana del 2015 e puntualmente in ginocchio ogni qual volta arriva un’ondata di maltempo. L’intensa pioggia di questi giorni ha praticamente isolato la contrada, dove vivono una sessantina di persone e dove sorgono anche tre agriturismi che dopo la frana del 2015 hanno inevitabilmente visto crollare il loro giro di affari. A Santa Marina è come se il tempo si fosse fermato a quei giorni, dove acqua e terra dominavano incontrastati aiutati dalla incauta mano dell’uomo e dalla superficiale gestione della manutenzione stradale.
In queste ore, i residenti della contrada, allo sconforto sommano tanta rabbia. In quanto negli ultimi tempi e in tre momenti diversi sono stati svolti lavori per la mitigazione del dissesto idrogeologico per una spesa pari a circa 300 mila euro di fondi provinciali, ma con scarsi risultati se si guardano oggi le condizioni della SP 156. Manto stradale ampiamente dissestato, crateri ovunque, drenaggio delle acque inesistente, lamentano i residenti. Per tutti i 7 km che dalla “Serra” di Oriolo si snodano lungo la contrada, il passaggio delle auto è a serio rischio, «a meno che non si abbia un pick-up». L’asfalto, cedendo, ha formato dei gradoni (nella foto copertina), mentre in altri punti il fango ha invaso la carreggiata. In questa situazione, anche il passaggio di un’ambulanza chiamata ed intervenire per un’eventuale emergenza, diventerebbe un’impresa disperata. Oltre al danno la beffa. In queste ore campeggia all’inizio della strada un cartello di divieto di accesso (nella foto), con i residenti che qualora si avventurassero nel passaggio violerebbero anche la legge.
Vincenzo La Camera