Rossano, sit-in sulla Ss 106 in difesa del Tribunale
Tutti uniti per una giusta causa: evitare la soppressione del Tribunale di Rossano. Sindaci, avvocati, politici, parlamentari, personale amministrativo, sindacati, forze dell’ordine, semplici cittadini, sono scesi, nuovamente, in piazza per dire No alla chiusura del Palazzo di Giustizia che, dal 1862, è operativo nella città bizantina. Lo hanno fatto ieri sera, con una pacifica manifestazione per le vie principali dello Scalo e con arrivo in Contrada Frasso-Amarelli, sulla S.S. 106 jonica, dove si è dato il giusto epilogo all’importante e significativa protesta civile. 150 di storia, a giudizio dei numerosi manifestanti, non si possono cancellare da un giorno all’altro. C’è bisogno, dunque, di continuare a garantire la legalità e la sicurezza ai cittadini dell’intera fascia jonica cosentina. In questa vasta area calabrese, nonostante il lavoro incessante messo in atto sia dalla Procura della Repubblica e sia da tutte le Forze dell’Ordine, si registrano, tuttora, dati allarmanti, per cui in tanti, nonostante il Palazzo di Giustizia di Rossano figura nell’elenco di alcuni tribunali che rischiano la chiusura sia in Calabria e sia in altre regioni dell’intera Penisola italiana, chiedono al Consiglio dei ministri, oltre al Governo centrale, di tutelare e salvaguardare il presidio rossanese.
L’iniziativa promossa sia dalla Camera Civile e Penale, sia dal Consiglio degli avvocati e sia dall’AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati), è servita, soprattutto, nel voler fortemente sensibilizzare, ancora una volta, l’opinione pubblica locale e non solo, al fine portare avanti, unendo tutte le forze politiche e sociali, una “battaglia” in difesa del Tribunale di Rossano. Prosegue, intanto, lo sciopero, ad oltranza, di tutti gli avvocati ed il sit-in dinanzi al Palazzo di Giustizia, con sede nel centro storico bizantino, in attesa di ottenere, ovviamente, risposte positive da Roma.
Antonio Le Fosse
Ci stanno isolando dal mondo: tanta politica di decentramento per poi ritornare indietro, …a quando in un piccolo angolo della stanza erano concentrati potere e destinazioni d’uso.
Stiamo diventando, e mi dispiace tanto dirlo, me ne scuso, ma …bisogna farlo, …stiamo diventando delle pecore al pascolo, ma non si è ancora capito CHE DISCONOSCIAMO IL PASTORE, che certo buono non e’.
La Calabria, così come altre Regioni, è in balia di decisioni assurde, incapaci di leggere la vera nostra realtà locale, che niente ha a che vedere e fare con carte scritte e registri precompilati.
La fascia Jonica Cosentina ha una storia da difendere e un’altra da scrivere, …e non è certo con “questa penna” che si riempiono onorevoli pagine.