Ospedale Trebisacce, ecco i passaggi per potenziarlo
Ospedale sì, ospedale no: il “Chidichimo” ha una struttura invidiabile nella quale ci sono già una serie di servizi, soprattutto nel campo della diagnostica, ma al momento è solo un cantiere aperto con tutte le premesse perché possa diventare quanto prima un “ospedale di zona disagiata” come prevede il Decreto n. 30. Il tutto però deve avvenire nel rispetto dei tempi previsti dalle normative vigenti. Lo hanno affermato all’unisono i vertici della sanità regionale e provinciale, il prof. Riccardo Fatarella, direttore generale del Dipartimento Sanità della regione Calabria, e Raffaele Mauro, direttore generale dell’Asp di Cosenza, in visita presso al “Chidichimo” insieme al referente politico della sanità calabrese Franco Pacenza, i quali hanno delineato il crono-programma che nei prossimi mesi dovrà trasformare l’attuale CAPT in ospedale “di zona disagiata”.
Lo hanno sottolineato anche per evitare equivoci da parte dei pazienti i quali, in presenza di una comunicazione talvolta fiorviante, potrebbero ricorrere al PPI di Trebisacce anche nei casi di emergenza sanitaria grave e andare incontro, come è già avvenuto in passato, in spiacevoli sorprese. Il primo passo da compiere, secondo quanto ha sostenuto il prof. Fatarella, è quello della “formazione” del personale del PPI che, secondo il capo del Dipartimento regionale, deve essere in grado di applicare le metodiche previste nelle emergenze, senza pretendere la presenza dell’anestesista la cui professionalità, seppure utile, diventa comunque indispensabile quando saranno attivate le sale operatorie. Sale operatorie che, secondo quanto ha dichiarato il delegato alla sanità regionale Franco Pacenza, saranno due, collegate tra loro con sistema modulare e che saranno realizzate ex novo, tant’è vero che dispongono già del progetto esecutivo e della relativa copertura economica.
Secondo il crono-programma delineato dai Diggì Fatarella e Mauro, mentre il personale del PPI frequenterà i corsi di formazione, si procederà, all’accreditamento e alla successiva apertura del Reparto di Medicina con annessa Lungodegenza, con n. 20 posti letto che comunque saranno attivati gradatamente e man mano che sarà integrato il personale medico. A questo proposito l’on. Pacenza ha assicurato che a breve sarà riproposto e reso operativo il Decreto n. 50 che, come è noto, prevede l’assunzione di circa 100 medici e paramedici nella sola provincia di Cosenza. «Quanto si sta realizzando e quanto è già stato pianificato per la riapertura del “Chidichimo” – ha concluso il sindaco Franco Mundo nel ringraziare i vertici della sanità regionale e provinciale – è comunque il frutto della nostra capacità concertativa e non è il risultato della sentenza dei giudici del Consiglio di Stato che comunque hanno riconosciuto la legittimità delle nostre ragioni».
Pino La Rocca
Non riesco a capire perchè solo in Italia e,in particolare,in Calabria per aprire un reparto di medicina e due sale operatorie si debba procedere per passi allungando ,in tal modo,i tempi necessari per restituire alla gente del nostro territorio una struttura sanitaria che ingiustamente alcuni anni fà è stata chiusa.Addirittura bisognerebbe prima provvedere alla formazione del personale del PPI.Ciò significa che in tutti i PS d’Italia i medici del posto fanno a meno degli anestesisti.Non mi risulta una cosa simile e vi prego di non scrivere queste cose che non stanno nè in cielo e nè in terra ma solo nella mente contorta di qualche visionario che vuole dimostrare tutta la sua ignoranza in materia sanitaria.Non possiamo trattare la medicina in questo modo.