Ospedale Castrovillari. «Rispetto per il diritto alla salute. Basta scippi»
A sei mesi dalla fiaccolata, le sei associazioni aderenti al “Comitato territoriale per la tutela della salute e dell’Ospedale di Castrovillari” (Associazione Famiglie Disabili, AVIS, Associazione Volontari Ospedalieri, Medici Cattolici, Non Più Soli, Solidarietà e Partecipazione) denunciano «un ulteriore scippo» al nosocomio del Pollino, a seguito del provvedimeno che decreta il trasferimento di due dei quattro ortopedici a Paola. «L’ambulatorio di Ortopedia, funzionante finora mattina e pomeriggio, è stato, per questo motivo, già chiuso nella fascia pomeridiana. Per avere nuovi ortopedici (di per sé già difficili da trovare) all’Ospedale di Castrovillari – sottolineano le associazioni – bisognerebbe aspettare una nuova autorizzazione del Commissario Scura, un nuovo concorso, nuovi vincitori, nuove nomine. Insomma, situazioni tutte estremamente incerte e tempi biblici, anche se tutto filasse liscio. Nel frattempo, anche il concorso per il primario langue».
«Questi i fatti, che nessun “ragionamento”, nessuna “rassicurazione”, nessun “discorso” possono modificare. Anche se a farli è il sindaco di Castrovillari, Domenico Lo Polito, di concerto con le dichiarazioni del direttore generale dell’Asp. A contare sono, appunto, i fatti; le chiacchiere stanno a zero. Scippo è, e scippo resta. Nei confronti dell’Ospedale di Castrovillari, delle popolazioni del comprensorio, del diritto alla salute». Le associazioni – riservandosi ogni iniziativa di mobilitazione – chiedono «l’immediato ritiro del provvedimento, la contestuale riapertura dell’ambulatorio pomeridiano di Ortopedia e l’espletamento urgente, con relativa nomina del vincitore, del concorso a direttore dell’Ortopedia di Castrovillari».
A manifestare disappunto è anche il circolo locale di Forza Italia. «L’unica certezza – dichiarano il coordinatore cittadino, Roberto Senise, e il responsabile dipartimento Sanità, Luigi Sommella – è che la popolazione castrovillarese e quella dei paesi limitrofi continua ad essere derisa e maltrattata eludendo il diritto alla salute».
Federica Grisolia