Piogge, Basso Jonio in ginocchio. Al cimitero di Mandatoriccio “navigano” decine di tombe
La pioggia mette in ginocchio il Basso Jonio. Inizia a essere drammatica la situazione a Mandatoriccio dove, purtroppo, all’interno del cimitero, quasi 60 tombe stanno letteralmente navigando , con il rischio di cadere nel torrente, divenendo poi irrecuperabili. Si teme ora la fuoriuscita delle bare e, quindi, le esalazioni, con il rischio concreto di epidemie.
Le abbondanti piogge di questi giorni, stanno accentuando il continuo cedimento del terreno, determinando ulteriori frane e smottamenti. Il muro di contenimento a valle è ormai prossimo al crollo. Per questi motivi, dopo la comunicazione di preallarme trasmessa alla protezione civile regionale ed al prefetto di Cosenza, il sindaco Angelo Donnici ha ordinato la chiusura del cimitero in località Timparello.
«La situazione è gravissima – ha riferito il primo cittadino – e tuttavia sembra che siano soltanto il sindaco e l’amministrazione comunale ad accorgersi e a lamentare questo stato di emergenza. Un situazione assurda – ha spiegato Donnici – che dura ormai ininterrottamente da 32 giorni, dalle nevicate che ci hanno isolato per 96 ore alle piogge torrenziali di queste ultime 48 ore. Ma dov’è lo Stato? Dove sono le istituzioni sovra comunali, Provincia e Regione? E dov’è la stessa informazione regionale, attenta a quanto pare a macchie di leopardo, con notizie oggettivamente parziali, in termini di danni derivanti dal maltempo, rispetto a quanto sta ad esempio subendo la Sila Greca e Mandatoriccio in particolare? Possibile che nessuno avverta l’esigenza di venire di persona a verificare se ciò che denuncia il Sindaco corrisponde al vero oppure no?
Intanto ieri (giovedì ndr), a Cariati, si è svolta una riunione che ha visto coinvolti i sindaci delle cittadine colpite dai nubifragi. Per l’esattezza, erano presenti i primi cittadini di Cariati, Mandatoriccio, Scala Coeli e Calopezzati e il dirigente del settore viabilità della Provincia di Cosenza Stefano Aiello. Portavoce dei sindaci e dell’unità di crisi è stato indicato il sindaco di Campana Pasquale Manfredi che ha lamentato, senza mezzi termini, la mancanza di una rete istituzionale sovra comunale capace di fronteggiare e di assistere i sindaci dei piccoli comuni, oggi letteralmente lasciati soli nell’emergenza continua. «Siamo di fatto soli – ha detto Manfredi – in un momento delicato e complicato da tutti i punti di vista. È necessario che la Protezione Civile effettui i sopralluoghi per rendersi conto del tragico dissesto idrogeologico che dobbiamo affrontare ogni qualvolta si presentano condizioni meteorologiche come quelle di queste settimane e di queste ultime 48 ore. Passata l’emergenza – ha continua il sindaco di Campana – facciamo la solita conta dei danni e cerchiamo di rimediare, da soli, al meglio. Ma serve altro: un piano serio e concreto, di prevenzione e salvaguardia del territorio».
Pasqualino Bruno