Soppressione tribunali, il lungo lunedì di Rossano e Castrovillari tra incontri e proteste nella Capitale
Il futuro di Rossano e Castrovillari passa anche attraverso la soppressione, o meno, dei rispettivi palazzi di Giustizia. E il 2 luglio è stata, in tal senso, una giornata a dir poco frenetica per entrambe le cittadine della Sibaritide. Ne sa qualcosa Giuseppe Antoniotti, primo cittadino di Rossano, che nella mattinata di lunedì ha partecipato all’assemblea permanente, indetta dal Consiglio dell’ordine degli avvocati, tenutasi presso il Tribunale di Rossano, nel centro storico cittadino.
Nel corso dell’incontro, Antoniotti ha ribadito che «continueremo a lottare fino alla fine per scongiurare la soppressione del presidio. Sono convinto che oggi sia necessaria una deroga al riordino di tutti i tribunali della regione Calabria. In questa battaglia – ha evidenziato Antoniotti – serve grande unità da parte di tutti: politica, associazioni forensi e cittadini. Attraverso i nostri rappresentanti stiamo facendo il possibile per evitare la chiusura del nostro palazzo di Giustizia».
Il primo cittadino, durante l’incontro, ha comunicato ai presenti di aver inoltrato due telegrammi, al Ministro della Giustizia Paola Severino e al Presidente della giunta regionale della Calabria, Giuseppe Scopelliti, invitandolo ad intercedere presso il governo centrale, esprimendo viva preoccupazione per gli ultimi risvolti della vicenda.
Non solo. Antoniotti si è fatto carico di contattare il Prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, al fine di convocare una riunione urgente per discutere della paventata chiusura del presidio giudiziario di Rossano.
Alla riunione – si legge in una nota diramata dall’amministrazione comunale rossanese – saranno presenti, oltre al primo cittadino, anche il presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati del foro di Rossano, Serafino Trento, e i rappresentanti dell’Aiga, della Camera Civile e della Camera Penale.
Eclatante, invece, la protesta che i sindaci dell’alto ionio (con in testa il sindaco di Castrovillari, Domenico Lo Polito) hanno inscenato davanti al ministero della giustizia. I 500 manifestanti hanno portato quasi 1.000 schede elettorali, raccolte in alcuni scatoloni, come segnale volto a ribadire il “no” alla chiusura del tribunale di Castrovillari. Le schede, dopo una manifestazione che ha toccato varie vie della Capitale, sono state abbandonate in via Arenula, per dissentire contro la bozza della riorganizzazione del sistema giudiziario, che, in pratica, eliminerebbe il presidio giudiziario della cittadina del Pollino.
Pasqualino Bruno