La paventata ipotesi dell’apertura di un CAS (Centro Accoglienza Straordinaria) per migranti a Castrovillari è stata oggetto di un’animata riunione, ieri sera (martedì) in Comune, dove hanno partecipato anche alcuni cittadini residenti nei pressi di via Moneta, zona nord della città attenzionata da un privato per la possibile apertura di un centro di accoglienza appunto. A Castrovillari è presente già uno SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati), con una ventina di ospiti, finanziato per l’anno in corso con 255.000 euro e gestito da una cooperativa privata con il monitoraggio del Comune. Questo dovrebbe bastare a scongiurare l’ipotesi dell’apertura di un CAS, in quanto la “clausola di salvaguardia” rende esenti dall’attivazione di “ulteriori forme di accoglienza” quei Comuni che appartengono alla rete Sprar o che hanno manifestato la volontà di aderirvi, come da direttiva del Ministro dell’Interno dell’11 ottobre 2016.
E proprio a questa clausola si aggrappa il sindaco di Castrovillari, Mimmo Lo Polito, che in queste ore ha scritto al Ministro degli Interni, Minniti e al Prefetto di Cosenza, manifestando tutta la sua contrarietà all’ipotesi di un CAS nella Città del Pollino. «Il sistema del CAS – commenta Lo Polito – va contro l’idea che ha questa Amministrazione di accoglienza e integrazione, ritenendo che sia diretto al business di privati senza alcun valore umanitario».
Una delle rarissime volte in cui un sindaco prende le distanze in maniera netta da questa forma di accoglienza. Nel territorio dell’Alto Jonio-Pollino esiste un solo CAS, ad Amendolara. Lo Polito nel chiedere un incontro urgente in Prefettura, fa presente, nella lettera, al Prefetto e al Ministro stessi, che i cittadini di Castrovillari, sostenuti dall’Amministrazione Comunale, sono eventualmente pronti a manifestazioni di dissenso e protesta per scongiurare questa forma di accoglienza «improntata alla creazione di ghetti».
Vincenzo La Camera