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Castrovillari, Consiglio comunale su impianto rifiuti. «No a distretto della spazzatura»

Tiene banco a Castrovillari la questione rifiuti dopo la presentazione di un progetto alla Regione Calabria – Assessorato Ambiente che prevede la realizzazione di un impianto di trattamento rifiuti nella zona Asi di Cammarata, nel cuore del Distretto Agroalimentare di Qualità. A porre l’attenzione le Liste Civiche che hanno chiesto e ottenuto un Consiglio comunale aperto, tenutosi ieri (30 maggio) nel salone del Circolo cittadino. Nel relazionare il consigliere di minoranza Ferdinando Laghi si è soffermato non solo sugli aspetti legati alla salute e all’ambiente, ma soprattutto su quelli socio-economici. «E’ l’ennesima aggressione al territorio. Ancora una volta si vuole far diventare quell’area un distretto della spazzatura».

Il dott. Laghi è sceso poi nel dettaglio del progetto: «I rifiuti – una quantità enorme – proverrebbero non solo dalla Calabria, ma anche da Puglia, Basilicata e Campania. Tra questi, percolato di discariche, fanghi di fosse settiche, risulta di pulizia di fogne, scarti e fanghi di macellazione e altri fanghi di varia natura ed origine. Il tutto consumando una quantità d’acqua sufficiente a 3.500 persone». Secondo il consigliere delle Civiche «è un impianto che si trova già in altri luoghi e che in altri posti dovrebbe stare poiché in immediata adiacenza delle colture che si trovano lì. Non serve allo sviluppo e alla crescita economica del territorio. Il diritto d’impresa – ha affermato Laghi a gran voce – non può ledere la collettività. E’ un progetto pericoloso che bisogna contrastare con forza». Inoltre, il consigliere comunale ha sottolineato «l’associazione tra Ecologica Sud – la ditta che ha fatto richiesta di autorizzazione del progetto – e la Calabra Maceri (il cui nome non compare nella richiesta stessa), ditta affidataria della gestione della discarica di Campolescio».

Ad intervenire successivamente, proprio perché Consiglio comunale aperto, rappresentanti politici, tra cui il consigliere regionale Franco Sergio, cittadini, sigle sindacali, esponenti di associazioni di categoria degli agricoltori e del Comitato contro la discarica. Tutti concordi nell’affermare l’inadeguatezza del sito di Cammarata come luogo in cui allocare l’impianto perché in contrasto con la vocazione agricola del territorio, a cui stanno tornando anche tanti giovani. «Non mettiamo in dubbio la valenza tecnica, ma perché proprio lì?».

Di tutt’altra idea, ovviamente, uno dei progettisti dell’impianto che, nel suo intervento, ne ha portato avanti l’efficacia: «E’ una tipologia molto comune nel territorio italiano. Non è una discarica, non è un inceneritore e l’impianto di compostaggio, nel tempo, non potrà mai essere implementato. Spiegateci tecnicamente – ha affermato l’ingegnere – come potrebbe nuocere all’agricoltura. Anzi, il compost ottenuto gioverebbe alla qualità dei raccolti. Dove se non in un Distretto Agroalimentare? Inoltre – rassicura i presenti – non tratterà rifiuti pericolosi. Sono state seguite tutte le procedure con trasparenza. E’ un servizio offerto alla collettività».

A dire la sua nel dibattito che in questi giorni sta interessando la città, anche il consigliere provinciale Vincenzo Tamburi. «Non possiamo più considerare l’Asi – dichiara in una nota stampa – come uno spazio in cui allocare insediamenti industriali che cozzano con la palese vocazione agroalimentare e turistica del territorio circostante. L’area che un tempo si voleva far crescere con insediamenti produttivi in grande scala ha fallito da tempo il suo appuntamento con la storia. Si convochi al più presto un tavolo interistituzionale con i sindaci del territorio per capire quali siti, diverso da quello scelto oggi, possano essere in grado di ospitare un impianto di selezione rifiuti di cui il territorio ha bisogno per migliorare la qualità della raccolta differenziata, unica strada compatibile con la realtà territoriale».

Federica Grisolia

 

 

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