Il Comune di Castrovillari, finora, non ha presentato alcun progetto per incrementare il numero di posti previsti per lo Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) al fine di raggiungerne il limite massimo (ossia 95) e scongiurare, così, l’apertura di un Centro di Accoglienza Straordinaria (Cas). La “clausola di salvaguardia”, infatti, si applicherebbe nella misura in cui il numero di posti Sprar soddisfi la quota di posti assegnata (a ciascun Comune) dal Piano Nazionale di ripartizione richiedenti asilo e rifugiati. Secondo la direttiva del Ministro dell’Interno, infatti, solo così un Comune si renderebbe esente dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza.
E’, in sintesi, quanto emerso durante il Consiglio comunale fiume e affollato tenutosi ieri (lunedì), in seduta aperta, convocato su richiesta delle Liste Civiche per fare chiarezza sulla questione migranti. Attualmente, a Castrovillari è presente uno Sprar che accoglie 20 ospiti (divisi in nuclei familiari) e un Cas in cui sono alloggiati 25 ragazzi – secondo indiscrezioni, presto, potrebbero arrivarne altrettanti – in uno storico palazzo nel centro della città.
«Gradualità, volontarietà e sostenibilità»: questi i punti chiave del Piano che il sindaco, Mimmo Lo Polito, dice di aver rispettato aprendo sì la città all’accoglienza ma in maniera graduale. «Per tale motivo – precisa il primo cittadino – abbiamo dato disponibilità ad accoglierne altri 20 e non 75 tutti in una volta». Lo stesso Lo Polito si è sempre detto contrario a qualsiasi forma di business, abusi e sfruttamenti sulla pelle dei migranti.
Le Civiche, però, non ci stanno e la Guaragna sottolinea «l’inerzia con cui si è affrontata la situazione e la mancanza di confronto che dà, poi, adito a strumentalizzazioni» poiché non è stato percorsa l’unica via a disposizione per potersi opporre al sistema contestato e, cioè, quella di richiedere formalmente l’incremento dello Sprar per 75 persone. Inadempienza espressa e condivisa, in più forme, anche dagli altri esponenti della minoranza, Peppe Santagada e Ferdinando Laghi (Civiche), Francesco Battaglia, Sara Astorino e Onofrio Massarotti. Giudizi puntualmente rinviati al mittente dalla maggioranza, al fine di «dare risposte con gradualità e sostenibilità vera, senza comunque abbassare la guardia in tema di sicurezza e interessi privati».
Riguardo l’agibilità del palazzo ospitante, durante l’ultimo incontro in Prefettura, era emerso che «nessuna convenzione con privati sarebbe stata effettuata senza una verifica congiunta anche con il Comune per individuare eventuali inidoneità». Il sindaco Lo Polito spiega, invece, che – in base alla SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) – tutte le verifiche e gli accertamenti devono essere effettuati entro 30 giorni.
Intanto, prima dell’assise un sit-in dinanzi al Comune, organizzato dalle forze politiche del centrodestra, per protestare contro l’Amministrazione Lo Polito e la gestione dei Cas e degli Sprar.
Federica Grisolia