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Nuova Ss106. Sindaci tornano da Roma con il via libera al progetto definitivo

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Via libera al progetto definitivo del III Megalotto della S.S. 106 (Sibari-Roseto) anche dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nonostante le annunciate resistenze di alcuni sindaci. Il nulla osta è stato ufficializzato nella giornata di ieri 28 luglio nel corso dell’assemblea plenaria del Consiglio a cui sono stati invitati i sindaci interessati al passaggio del tracciato (nella foto con il governatore Oliverio), alcuni dei quali avevano promesso battaglia in quanto, a loro giudizio, il ministero delle Infrastrutture, l’Anas ed il General Contractor non avevano recepito né le osservazioni dei Comuni che, pur dichiarandosi favorevoli all’apertura dei cantieri chiedevano più rispetto per i propri territori, né le prescrizioni formulate dai ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali che suggerivano l’abbassamento della livelletta per evitare viadotti troppo alti e, oltre ad una diversa tipologia delle arcate dei viadotti stessi, l’eliminazione di gran parte delle trincee e la sostituzione delle stesse trincee con gallerie artificiali per evitare un eccessivo impatto ambientale.

Particolarmente “ribelli” rispetto all’ipotesi progettuale proposta ai sindaci nel mese di maggio, erano sembrati i sindaci di Albidona e di Amendolara, Filomena Di Palma e Antonella Ciminelli, i quali avevano minacciato pubblicamente di opporre resistenza all’approvazione del progetto definitivo. Così come, del resto, seppure per motivi diversi, i sindaci di Trebisacce, Franco Mundo e di Villapiana Paolo Montalti.

Dopo quest’ultimo passaggio, trascorsi i prossimi 60 giorni, il progetto definitivo diventerà esecutivo e, in coerenza con l’iter procedurale, ci sarà il via libera all’apertura dei cantieri che, salvo ulteriori incidenti di percorso, una volta passato sotto le forche caudine del CIPE (settembre) dovrebbe avvenire soltanto all’inizio del 2019. Ovviamente la notizia dell’ultimo ok al progetto definitivo, già a caldo ha suscitato reazioni varie. Tempestive e negative subito quelle di Raspa (rete delle associazioni per l’autotutela) che, molto preoccupata per  l’impatto ambientale e dichiaratasi delusa per l’accondiscendenza dei sindaci che si sarebbero presentati a Roma divisi e… con il cappello in mano, ha già immaginato una muraglia cinese nella Piana di Sibari tale da stravolgere l’assetto paesaggistico e creare una grande frattura nel territorio.

Pino La Rocca

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