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Da Villapiana si rafforza fronte del NO all’attuale progetto per nuova Ss106

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Da una parte alcuni comitati e associazioni che spingono per il raddoppio dell’attuale Ss 106 per tutelare il territorio da una «devastazione»; dall’altra i sindaci dei comuni interessati, tutti favorevoli (chi più, chi meno) all’ammodernamento della strada da Roseto a Sibari, vista come una delle ultime occasioni per ricucire l’Alto Jonio al resto d’Italia. E nel mezzo i cittadini, sempre più spaesati, i quali sembrano non avere più nè la voglia, nè il coraggio di prendere decisioni e di schierarsi. E intanto, mentre i sindaci fanno la spola con Roma, si susseguono le iniziative sull’approvato progetto della nuova Ss 106, che a seconda di chi le organizza, prendono forme e contenuti differenti. Martedì la Rete Autonoma Sibaritide e Pollino per l’Autotutela (Raspa) ha organizzato un incontro presso il centro polivalente di Villapiana scalo per illustrare, con il supporto di esperti in materia, le ragioni per le quali il raddoppio dell’attuale tracciato risulterebbe possibile e quindi compatibile con il territorio circostante.

A tal proposito è stato presentato un appello-manifesto in collaborazione con LUA (Laboratorio di Urbanistica e Archietettura) sottoscrivibile da tutti i cittadini. Hanno partecipato all’incontro: Rosanna Anele (presidente LUA), Domenico Gattuso (docente di Ingegneria dei Trasporti presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria), Ferdinando Laghi (medico e ambientalista, nonchè consigliere di minoranza al Comune di Castrovillari), Mario Pisani (docente di architettura presso l’Università degli Studi della Campania). I relatori e gli organizzatori del dibattito hanno ribadito con forza come il progetto previsto con rilevato, trincea e mega viadotti, danneggerebbe in maniera irreversibile i terrazzi marini dell’Alto Jonio. Si sa, il progresso ha un prezzo da pagare. Ma quanto salato debba essere, poi, sarà soltanto la storia a confermarlo.

v.l.c

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