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Castrovillari, un mentalista incanta il pubblico del “Calàbbria Teatro Festival”

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Tra sacro e profano. Paranormale ed insolito. Sapori, profumi e ricordi d’infanzia. Debutta con un tuffo nel passato il primo, originale, spettacolo di mentalismo, in cartellone per la settima edizione del Calàbbria Teatro Festival. E non poteva essere altrimenti data la tematica sul tempo che farà da filo conduttore all’intera kermesse culturale, in programma a Castrovillari fino al 15 ottobre.

Ancora devono spegnersi le luci in sala e già lo spettatore diventa protagonista con la possibilità di scrivere tre oggetti del passato, per lui significativi, su un bigliettino anonimo da riporre in una scatola chiusa. Inizia, così, “Mind Cabaret”, lo spettacolo di Francesco Busani, mentalista emiliano di fama nazionale, indagatore dell’occulto, studioso di misteri e della tradizione esoterica. Sul palco poca scenografia: due tavoli, qualche oggetto necessario alla sua performance ed un sacchetto che nel finale svelerà l’essenza di un ricordo. Perché colui che prende le decisioni è il pubblico, coinvolto per l’intera durata dello show – poco più di un’ora – tra prove di magia ed empatia, pensieri e paure di cui il mentalista diventa interprete. La prima parte più cabarettistica, la seconda più emotiva, caratterizzata da un crescendo di tensione in cui sono svelati i legami più intimi del presente e del passato. Uno spettacolo di improvvisazione in cui è lo spettatore a dare l’input per raccontare una storia. Tra il pubblico anche giovani prestigiatori e “maghetti” appassionati di illusionismo e occultismo che, nel Dopofestival, hanno intrattenuto i presenti con i loro mazzi di carte.

Il mentalista è il vecchio sciamano, un mago e sacerdote allo stesso tempo, che agisce come ispirato da divinità e utilizza tecniche da illusionismo e psicologia dell’inganno per leggere nel pensiero e suscitare meraviglia. E Busani riesce a catalizzare l’attenzione con ironia, delicatezza e sensibilità. Misteri e risate senza prendersi sul serio. Il pubblico del “Calàbbria Teatro Festival” assiste, così, a fenomeni inspiegabili con curiosità e un pizzico di scetticismo. Ma, forse, quella spiegazione lo spettatore non vuole nemmeno trovarla perché il mentalismo è inganno, ma soprattutto emozione.

Federica Grisolia

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