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Castrovillari, dal pugile zingaro al “Giardino” di Checov. Premiati i corti teatrali

Castrovillari, dal pugile zingaro al “Giardino” di Checov. Premiati i corti teatrali
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Si chiude la tre giorni di corti teatri che arricchisce, da ormai quattro anni, il “Calàbbria Teatro Festival”. La serata inizia con “Rukelie”, di Peppe Millanta, diretto e interpretato da Antonio De Nitto. Il corto teatrale è ispirato alla storia di Johann “Rukelie” (albero) Trollman, il pugile tedesco nato da una famiglia sinti e detenuto in un campo di concentramento durante il regime nazista, dopo essere stato sterilizzato. I tempi della narrazione sono scanditi dalla velocità delle musiche. La sua vita da campione di boxe cambia radicalmente quando le leggi razziali naziste colpiscono anche i sinti, nel cosiddetto “sterminio dei vagabondi”, di un popolo nomade considerato portatore di criminalità. Digiuno e condizioni disumane non tolgono a Rukelie la dignità e un ultimo incontro sul ring sarà la sua occasione di riscatto. Allo stremo delle forze viene sfidato per scherno in cambio di pane e grappa. Ma il pensiero della sua gente, gli occhi che gridano libertà, sono più forti della fame e della stanchezza. Rukelie riesce a dare la sua ultima lezione sul ring ma la sua vita finisce nel febbraio del 43′ per mano di un kapò che vendica l’umiliazione di essere stato battuto. Un incontro che diventa sfida con se stesso, possibilità di dimostrare il valore suo e di un intero popolo. Una lezione di vita per gli altri detenuti sinti. Rukelie è vittima anche lui, insieme ad altri cinquecentomila, del porajmos, la grande “devastazione dimenticata”, e il merito dell’opera teatrale è quello di aver portato sul palcoscenico una pagina di storia troppo spesso ignorata.

 L’uovo Bob

Lo spettacolo, portato in scena dalla compagnia Le Baobab,  interpretato da Chiara Venturini, Giorgia Presepi e Valentina Rastelli, per la regia di Silvia Giorgi e Chiara Venturini, con le musiche di Giorgia Presepi, è un inno a non arrendersi e a superare i propri limiti. Inizia con brio e originalità il corto teatrale dedicato a Bob, un uovo a cui sono spuntate le ali e le zampette. Le attrici coinvolgono il pubblico iniziando la performance in platea, per poi salire sul palcoscenico insieme ad alcuni di loro. Bob vorrebbe spiccare il volo, uscire dal guscio ma ha il timore di non farcela. Poi arriva Lucciola, una messaggera che illumina il suo percorso e lo conduce al Centro della Terra, dove un grande male sta uccidendo il pianeta sul quale vivono. Una metafora dell’importanza di avere qualcuno accanto, che possa aiutare a credere in se stessi e nelle proprie capacità. La protagonista interpreta, in un dialogo alternato, entrambi i personaggi, mentre a scandire la narrazione è il suono dell’Handpan che sintonizza con le frequenze della natura, con il solo ritmo della mano, a cui si aggiunge una scenografia ricca di elementi. Una favola moderna, dove realtà e fantasia si mescolano per dimostrare che non bisogna arrendersi dinanzi a ciò che sembra impossibile. I colori e i costumi attirano l’attenzione degli spettatori, anche dei più piccoli, in un intreccio tra bene e male, paesaggi vivi e spenti.

Anna Cappelli

Nel monologo portato in scena dalla compagnia teatrale francese Kamma, ci sono le convenzioni sociali e la voglia di emancipazione degli anni ’60. Anna, protagonista dalla vita semplice, interpretata da Margherita Bertoli, si divide tra i suoi desideri e ciò di cui deve accontentarsi, un lavoro da segretaria in Municipio, una stanza modesta in affitto con dei gatti come coinquilini, una cucina in comune con la proprietaria. L’opera inizia con una performance gastronomica e la luce segna il cambio delle scene. Anna è una donna ossessionata dalle cose materiali e dall’idea di possesso: “E’ mio, mio, mio”. E anche quando si innamora del geometra Tonino, suo responsabile in Municipio, le cose non cambiano. Anna vorrebbe sposarsi – fare un contratto con un uomo e, in fondo, soddisfare anche le convenzioni sociali – ma ciò che ottiene è solo una convivenza. La casa, Tonino… è sempre tormentata da ciò che vorrebbe e non ha, da ciò che prova davvero ma che è costretta a nascondere. Finché non verrà lasciata e cacciata di casa, vedendosi sfumare tutto ciò che era riuscita ad ottenere. Questo tormento sfocia in un atto drammatico e feroce che le consentirà di riprendersi, forse, una volta per tutte, ciò che le è stato negato per la sua intera esistenza. Una performance eseguita con naturalezza e ironia, nonostante l’atrocità della tematica.

Federica Grisolia

Ecco i vincitori della quarta edizione del “Festival dei corti teatrali”:

“Per il lavoro di ricerca, la capacità dell’attore di entrare nella psicologia del personaggio tratto dal giardino dei ciliegi” di Checov; la capacità di utilizzare il gioco scenico e un corretto uso degli elementi di scena che l’attore ha saputo rendere vivi”,  vince la quarta edizione del “Festival dei corti teatrali”: “Piscik. Fuori e dentro il giardino”. Al secondo posto: “Tiffany”, con la seguente menzione: Per l’originalità del testo, l’uso dello spazio scenico, la capacità di utilizzare in maniera consapevole, tempi, ritmi e contrappunto. Per la fotografia studiata senza decorazioni. Sul terzo gradino del podio: “Io non avevo mai deciso di volare”, “per il tema trattato, l’inquadratura scenica, la forte carica emotiva attraverso una sapiente forza espressiva”.

La “giuria tecnica”, composta da  Umberto Caraccia, Diletta D’Ascia, Federico Prosperi, Federica Grisolia ha, inoltre, consegnato il premio “Miglior attore” ad Antonio De Nitto per il monologo “Rukelie” con la seguente menzione: Per la costruzione dello sviluppo emotivo, la presenza scenica, il rapporto con il pubblico”. Il monologo vince anche il “Premio della giuria popolare”. Il premio “Miglior attrice” va, invece, a Margherita Bertoli con “Anna Cappelli”con la seguente menzione: Per aver trattato un tema tanto atroce con naturalezza e ironia senza sfociare nella didascalia drammatica”. Premio “Miglior testo” a “Ilse Stuttgard, Vedova Kaufmann”, “per il lavoro di ricerca drammatica e tessitura testuale”.

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