Redazione Paese24.it

L’Alto Jonio alla ricerca del treno perduto. La ferrovia è ormai deserta

L’Alto Jonio alla ricerca del treno perduto. La ferrovia è ormai deserta
Diminuisci Risoluzione Aumenta Risoluzione Dimensioni testo Stampa
Print Friendly, PDF & Email

Alla ricerca del treno perduto: impegnati in questa difficile battaglia del ripristino dei treni ormai scomparsi sulla Sibari-Metaponto-Taranto sono i tanti utenti che si affidavano al treno per raggiungere il centro-nord dell’Italia e soprattutto i pendolari (lavoratori dell’Ilva, impiegati, insegnanti, personale Ata…) che ogni giorno prendevano la vecchia ma efficiente “littorina” per raggiungere il posto di lavoro a Taranto e nella Puglia. Da alcuni anni, com’è noto a chi abita nell’Alto Jonio, i treni locali e quelli a lunga percorrenza su questa tratta non esistono più e al loro posto viaggiano solo “autobus sostitutivi” impegnati a intasare ancora di più la S.S. 106 e ad esporre i passeggeri al quotidiano pericolo della “strada della morte”.

Sono ormai trascorsi alcuni anni dalla morìa dei treni e la cosa è diventata ormai normale tanto che non fa più notizia. A rispolverare il problema dei treni, anzi, delle mitiche littorine, ci hanno pensato i genitori degli studenti che, in presenza dei disservizi e dei disagi che si stanno verificando da alcuni anni, chiedono il ripristino delle tanto bistrattate littorine che, partendo da Sibari-Cassano e dalla vicina Basilicata, in mezzora portavano gli studenti a Trebisacce e, grazie ad orari concordati con le Istituzioni Scolastiche, permettevano loro di arrivare con puntualità sia a scuola la mattina che presso le rispettive famiglie nel primo pomeriggio. Oggi, come è noto, non è più così perché il trasporto pubblico su questa tratta è stato paradossalmente trasferito quasi tutto su gomma, con buona pace dei sostenitori dell’eco-compatibilità ambientale. Di recente, come è noto, sono stati impegnati 500milioni di euro per riammodernare la Ferrovia Jonica, ma lo si sta facendo partendo da Sibari e non da Rocca Imperiale. Come se la Calabria finisse a Sibari e non 50 km. più avanti. Questo la dice lunga sulla considerazione in cui viene tenuto l’Alto Jonio, trascurato peraltro anche dal Governo Regionale che da queste parti ha molti sostenitori.

A rilanciare il problema, anche a nome dei tanti genitori degli studenti pendolari è Tullio De Paola, il quale è intervenuto a seguito delle proteste degli studenti e dei loro genitori a causa delle mancate risposte da parte delle istituzioni e dell’Azienda che gestisce il servizio, sia come genitore che come esponente di Raspa (Rete Autonoma Sibaritide e Pollino per l’Autotutela). «Su quegli autobus, – ha scritto De Paola – insieme a tutti gli adolescenti dell’Alto Jonio, viaggia anche mia figlia e vive gli stessi problemi quotidiani. Ma la cosa più vergognosa – ha aggiunto Tullio De Paola – è la mancanza di un collegamento ferroviario in orario scolastico di ingresso e di uscita da Sibari e da Rocca Imperiale per Trebisacce. Un tempo – ha ricordato l’esponente di Raspa – da Sibari a Rocca Imperiale, per un tratto di 50 km. noi, attuali genitori di questi ragazzi, raggiungevamo e lasciavamo Trebisacce in treno, ora i nostri figli non possono più farlo. Fino agli anni ’80 – ha ricordato ancora De Paola – parlavamo di progresso e avevamo collegamenti ferroviari locali (le famose littorine con cui si andava a scuola a Trebisacce o al cinema a Corigliano), i treni interregionali (RC/BA) e quelli a lunga percorrenza nazionali (MI/KR), oggi parliamo di sviluppo e la soluzione di tutti i nostri mali – ha concluso Tullio De Paola ribadendo la contrarietà di Raspa al nuovo tracciato della S.S. 106 – è rappresentata dal consentire lo scempio del nostro territorio ad “Astaldi & Impregilo” perché realizzino il terzo tracciato della S.S. 106 in un solo chilometro di territorio e parliamo tanto di intermodalità dei trasporti (strada-ferrovia) ma poi riproponiamo solo e soltanto il servizio su gomma mentre porti, ferrovie ed aeroporti resteranno sempre sogni nel cassetto, perché bisogna continuare ad accontentare amici e amici degli amici».

Pino La Rocca

Condividilo Subito
Subscribe
Notificami
guest

4 Commenti
Oldest
Newest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments
Gian Piero
Gian Piero
7 anni fa

Non commento, questa è la risposta del ministero per le infrastrutture e dei trasporti
E-mail ricevuta il 7 aprile 2017
D’ordine del Dirigente si invia quanto segue “In esito alla Sua gentile rimostranza si informa che, a partire dal 2017, Trenitalia si è impegnata a rinnovare il servizio sulla tratta in oggetto mediante velocizzazioni ed adeguamento del materiale rotabile. Tuttavia è ancora in corso la definitiva formalizzazione di tale impegno a causa delle limitate risorse disponibili” Cordialmente DIV 3
Oggi 18 ottobre 2017 dichiaro è una vergogna.

GIUSEPPE PAGANO
GIUSEPPE PAGANO
7 anni fa

la ferrovia è ormai deserta e si continua a sperperare denaro pubblico per chissà quale migliorie che non porteranno alcun vantaggio agli utenti.Le stazioni ferroviarie da decenni versano in condizioni fatiscenti e abbandonate ad un inevitabile degrado.Ad Amendolara da oltre un anno persistono lavori strutturali che non sortiranno alcun beneficio.Chi paga?Mi viene in mente una vecchia canzone di qualche decennio fa,che aveva il seguente ritornello:”finchè la barca và,lasciala andare….”.

enzo manera
enzo manera
7 anni fa

La ferrovia sulla tratta ionica è come se non esistesse. Il servizio autobus sostitutivo che dovrebbe essere istituito, solo in caso di lavori o incidenti, fa piangere: allunga i tempi, i ritardi di orari sono la norma, l’inquinamento e la pericolosità è aumentata. Quali sono i vantaggi? Chiediamoli ai governatori. Si vuole solo risparmiare sul personale, e chi se ne frega dei pendolari. A questo punto, togliessero pure i binari, avremmo già la ciclovia della Magna Grecia, decantata in questi giorni.

Carmelo
Carmelo
7 anni fa

Noi pendolari Sibari-Taranto subiamo questi disagi, sembra, ma è da verificare, che un politico lucano stia cercando di far ripristinare i treni lungo questa tratta, con “l’impegno” dei tre Governatori Calabria, Basilicata, Puglia