Site icon Paese24.it

Albidona. Il suono delle zampogne per l’ultimo saluto al maestro Leonardo Rago

Print Friendly, PDF & Email

Dopo una lunga sofferenza, sopportata con coraggio e serenità, Leonardo Rago si è spento nella notte dell’8 gennaio scorso, presso il reparto lungodegenza dell’ex ospedale di Trebisacce. Aveva appena compiuto 64 anni. Resterà  nel cuore e nella memoria della nostra comunità non solo per la semplicità, umiltà e bontà d’animo ma anche per la sua competenza e passione verso l’arte della musica etnica: figlio e nipote di suonatori di zampogna e di altri strumenti dei suoni popolari, era anch’egli un raffinato maestro costruttore della più riuscita zampogna dell’area calabro-lucana.

Grande e commossa partecipazione nel giorno delle sue esequie. Quando la salma è giunta dinanzi alla chiesa di san Michele di Albidona è stata accolta con la mesta  ma dolce nenia della zampogna dei suoi vecchi amici Paolo Napoli, Pino Salamone e Leonardo Riccardi, venuti apposta da Alessandria del Carretto,  da Terranova di Pollino e da San Paolo Albanese. Nella sosta tra il monumento ai Caduti e la cappella di San Rocco ha suonato anche Felice Cutolo, giunto da Napoli. Mena Aloise, di Lauropoli, oltre alle letture liturgiche in chiesa,  ha pronunciato parole che hanno toccato il cuore di tutti, recando anche il saluto di altri amici che si trovano molto lontano: “Quando ci lascia un amico, spesso il dolore è pari a quello di un familiare”- Caro maestro, i tuoi amici del Pollino Luigi Stabile, Andrea Miraglia, Antonio Propato, Domenica Fiordalisi e Mena Aloise ti danno un arrivederci; un giorno ci incontreremo di nuovo e allora ci spianerai la strada, ci aiuterai come il tuo solito  insieme torneremo a sorridere-Buon viaggio amico caro”.

Per conoscere l’umanità e l’arte musicale del maestro Leonardo Rago, leggiamo soltanto pochi passi di tanti messaggi ricevuti. Felice Cutolo: “Ho suonato davanti alla tua bara, perché sapevo che ti saresti arrabbiato se non l’avessi fatto. Però, ti dovevo quella suonata; nonostante tutto, a te piaceva sentirmi suonare”; Ettore Castagna: “Oggi quando mi hanno detto che sei morto volevo iniziare a gonfiare l’otre della zampogna e poi suonare per ricordarti.  Ma mi è venuto da piangere. Non ce l’ho potuta fare, caro Leonardo”; Paolo Napoli: “C’era in lui una luminosità invisibile che solo la nostra anima riesce a percepire. Ho riconosciuto in lui la mia stessa “melanconia” romantica. Il suo naturale essere anarco comunista mi affascinava e ci faceva entrare in sintonia“; Daniele Maroni: “Nonostante i suoi silenzi, riusciva a trasmettere tante belle qualità umane e musicali”; Pina Ciminelli: “Non dobbiamo far perdere il patrimonio musicale e territoriale di queste nostre bellissime terre aspre ma impregnate di saperi e sapori”; Piero De Vita: “Leonardo Rago: arte, talento, professionalità, amore per la cultura popolare e la nostra identità”; Pino Marano: “Ma oltre alla musica, era anche un appassionato attivista politico prima nel PCI, uno dei fondatori della Sezione A. Gramsci di Albidona”. E questa è la voce di una oriunda albidonese, nata negli Stati Uniti d’America, Edythe Middono (Middonno):  “Condolences to all family and friends. May God bless you and help you through this sad journey”.

Leonardo Rago non era soltanto un costruttore e suonatore di zampogna; faceva anche parte del gruppo L’Altra cultura di Albidona, che si batte da circa un trentennio per il recupero de materiale storico e antropologico di Albidona e degli altri paesi dell’Alto Jonio. Da bravo tecnico e regista della telecamera, ha contribuito a realizzare diversi filmati sugli aspetti storici e antropologici del territorio. Insieme al figlio Rocco, L’Altra cultura vorrebbe ordinare tutto il suo materiale chiuso negli scatoloni di casa: è un patrimonio culturale che non può essere disperso e restare sconosciuto. In questo momento di sconforto, il gruppo dell’Altra cultura di Albidona, gi amici di Alessandria, di Terranova di Pollino esprimono fraterne condoglianze alla moglie Mariantonia, ai figli Rocco con Arianna, Maria Pina e Claudio, alle sorelle Caterina e Gaetana, ai cognati Mario e Antonio e a tutti gli altri familiari.

Giuseppe Rizzo

Condividilo Subito
Exit mobile version