Amendolara e quel primato particolare. Il cimitero esempio di civiltà e decoro
Entrando nel cimitero di Amendolara si ha da subito la sensazione di trovarsi in un posto dove il rispetto per i defunti è dimostrato anche dalla cura, quasi maniacale, del luogo in cui sono sepolti. Sono tanti i messaggi di apprezzamento (giunti anche al nostro giornale, ndc) che testimoniano come il “paese delle mandorle” si sia ritagliato, negli ultimi anni, un particolarissimo primato e cioè quello di avere un cimitero tra i più ordinati e puliti del comprensorio.
Nel periodo pasquale appena trascorso in tanti, anche emigrati o persone originarie di Amendolara che risiedono altrove, hanno dedicato un momento di preghiera ai propri cari recandosi al camposanto, trovandosi di fronte ad un luogo decoroso. Dalla pulizia delle aiuole all’erba tagliata; dalla rifinitura di piccoli lavori in muratura per arrivare ai servizi importanti per un luogo come questo. Numerose fontanine, realizzate artigianalmente, disseminate lungo il percorso e munite di appositi annaffiatoi a disposizione dei visitatori per la cura delle aiuole nei pressi delle proprie cappelline o per cambiare i fiori secchi con i fiori freschi davanti alle tombe de propri cari. Non mancano i servizi igienici e persino un’area adibita alla raccolta differenziata dei rifiuti. Ma il cimitero di Amendolara non eccelle nella pulizia soltanto nelle feste comandate quando si presume possano tornare in paese quelle persone che solitamente vivono altrove, bensì tutti i giorni. E questo esalta la civiltà di un intero paese.
Questo grazie all’opera meritoria – come sottolineano in tanti – del custode Gianni Roma, che dal 2003, tutti i giorni si occupa della manutenzione di questo luogo di pace e preghiera. «Devo fare un plauso all’Amministrazione Comunale – ci racconta un lettore di Paese24.it originario di Amendolara ma che vive fuori paese (M.O.) – per l’attenzione che dedica al cimitero. Ho trovato pulizia, ordine e servizi. Ed ho subito notato la differenza con altri cimiteri dove ormai risulta complicato anche soltanto entrarci». Qualche altro cittadino ha fatto pervenire anche una lettera in Comune dove si complimenta per il lavoro del custode.
Il cimitero di Amendolara si presenta con una parte nuova ed una vecchia, collegate tra loro, ma raggiungibili anche da accessi separati. Ha un’estensione importante e la manutenzione necessità di dedizione al lavoro e competenze nelle più svariate arti o mestieri che il custode Gianni Roma possiede: dal muratore, all’idraulico, all’elettricista, persino al giardiniere. Nel cimitero di Amendolara ci si imbatte in un fazzoletto di terra dove si trovano diverse sepolture senza nome. Con un fiore ed una croce a ricordare la memoria di chissà quale uomo o donna. Ed è proprio qui, tra queste croci ignote, che la pulizia e l’ordine colpiscono maggiormente il visitatore, esaltando il rispetto per un’anima sconosciuta.
Il supporto del Comune è costante con il vicesindaco Pasquale Aprile che periodicamente monitora l’ordinaria e la straordinaria amministrazione. Il sindaco Antonello Ciminelli ha già portato a termine un’operazione che porterà nei prossimi mesi ad un ulteriore allargamento del camposanto, reso possibile dall’acquisto di un terreno adiacente. Nel frattempo, tra «cannele, cannelotte e sei lumine» – come direbbe Totò – i defunti del cimitero di Amendolara sono in buone mani, sia divine che terrene.
Vincenzo La Camera
E’ proprio vero.Il Cimitero di Amendolara è curato quotidianamente con amore e grande senso di rispetto verso tutti i nostri concittadini che non sono più tra noi.Chi entra in questo luogo nota immediatamente l’ordine ,la pulizia e il decoro civile e urbano esistenti.Un grazie va rivolto a tutti coloro i quali si adoperano per la eccellente manutenzione di questa importante struttura.
mi sembra la trasposizione nei fatti e nella realtà del carme “Dei Sepolcri” di Ugo Foscolo…, basta rileggerlo per capire quanto la cura di un cimitero sia indice di civiltà, di grata memoria, di orgoglio nei confronti di chi non c’è più. ” a egregie cose il forte animo accendono l’urne dei forti, o Pindemonte!…”