In funzione, da ieri mattina alle 9.00, l’Autovelox-Tutor fatto installare dagli amministratori in carica, previa l’autorizzazione della Prefettura, della Polstrada e dell’Anas, sul tratto di S.S. 106 che attraversa il Comune di Villapiana. Si tratta di un Autovelox-Tutor di ultima generazione, che grazie alla tecnologia a raggi infrarossi resta in funzione anche col buio e che, tramite due dispositivi, controlla la velocità media (90 km orari) sul tratto di strada che, sulla carreggiata-nord inizia a metà del cavalcavia sul torrente Saraceno e finisce in località Torre della Signora per una distanza di circa 2 chilometri. E viceversa nella direzione opposta. Li ha commissionati e li ha fatti installare, affidandosi alla società “Beta Consulting” di Montalto Uffugo, l’esecutivo comunale guidato dal sindaco Paolo Montalti che ha ritenuto di investire una bella fetta di risorse comunali che, tra noleggio dei dispositivi, servizio di gestione delle procedure sanzionatorie e di riscossione dei crediti nei confronti degli automobilisti che violano il Codice della Strada, apposizione della segnaletica prevista dalla legge e canone di locazione da corrispondere annualmente all’Anas, superano i 200mila euro. Segno evidente, dicono in tanti, che gli Autovelox ormai diffusi in tutti i Comuni del Comprensorio a partire da Cassano Jonio (tranne Amendolara dove la procedura di installazione è in corso) si rivelano un sistema infallibile per obbligare gli automobilisti a ridurre la velocità che spesso è alla base degli incidenti stradali più gravi.
Ma i cittadini, nonostante i dati allarmanti sulla mattanza di vite umane, continuano a divedersi tra chi ritiene gli autovelox un antidoto efficace per ridurre la pericolosità della strada e chi, invece, ritiene che essi siano per i Comuni solo un espediente per puntellare i bilanci comunali sempre più disastrati e una spada di Damocle sulla testa degli automobilisti. Fatto sta che, quando circola sul web la notizia di un nuovo rilevatore di velocità, come in questo caso, sono pochi a valutarne l’utilità come deterrenza contro il proliferare degli incidenti e sono la stragrande maggioranza quelli che li giudicano più severamente come una sorta di Bancomat a cielo aperto per raccattare, da parte dei Comuni che vi fanno ricorso, copiose risorse, magari da sperperare in mille inutili rivoli.
Pino La Rocca