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Amendolara alla ricerca di una sua identità. Che estate sarà?

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Il Paese dei Piselli? Il Paese della Secca? Il Paese delle Mandorle? Amendolara si affaccia all’estate 2018 alla ricerca di un’identità, con tanti interrogativi e qualche certezza. Proprio in questi giorni, due anni fa, il sindaco Antonello Ciminelli veniva riconfermato per il suo secondo mandato. D’accordo che gli italiani, anche quelli che vivono nelle piccole realtà, sono abituati ad una campagna elettorale pressochè costante; ma ad Amendolara, dove non siamo neppure al giro di boa del mandato, già si parla di prossimi sindaci e assessori, con nomi accettabili e altri alquanto improbabili. L’estate ormai alle porte chiama l’Amministrazione Ciminelli a dare una risposta concreta alle aspettative legittime di sviluppo turistico dei cittadini di Amendolara. Aspettative, che a guardarsi attorno e a sentire voci condivise, sono alquanto annacquate e velletarie in virtù di un’accelerata che i comuni limitrofi, come Oriolo, Roseto Capo Spulico e Trebisacce, hanno dato negli ultimi anni, portando a casa bandiere blu come i due comuni costieri e la bandiera arancione del Touring Club Italia assieme all’ingresso tra “I borghi più belli d’Italia” per Oriolo.

La Giunta Ciminelli, composta da persone anche nuove nella gestione della cosa pubblica, è affacendata e indaffarata nel dare risposte ai cittadini, maggiormente in tema di servizi, cercando di arginare i disagi idrici che colpiscono tutti  i comuni e impegnandosi, tra le altre cose, a rilanciare il progetto della Raccolta Differenziata dei rifiuti che dopo le fisiologiche difficoltà iniziali, adesso corre sui giusti binari candidandosi, al momento, ad un posto sul podio per le operazioni meglio riuscite di questa Amministrazione. Ma l’estate è alle porte. E luglio e agosto sono i due mesi dell’anno dove un paese come Amendolara deve giocarsi al meglio le sue carte in tema di visibilità e di immagine. Che estate sarà? Si chiedono tanti cittadini e tanti commercianti. Le ultime stagioni, dal punto di vista della programmazione, non sono state certamente esaltanti. Ecco perchè l’estate 2018 per l’Amministrazione Ciminelli potrebbe essere l’ultima chiamata. Le frecce all’arco di Amendolara sono molteplici, ma rimaste quasi sempre nella faretra. Gli scavi archeologici dell’antica Lagarìa potrebbero portare ad un percorso guidato impreziosito dal museo nazionale. La Torre Spaccata affacciata sul mare in un connubio con la Secca (l’antica isola Ogigia) sicuramente incuriosirebbero i turisti affascinati da una rappresentazione teatrale  che narra le gesta dell’eroe Ulisse. Il centro storico con le sue cappelline. E poi ancora la campagna sterminata, che rende Amendolara, in questo periodo invidiata da centri ben più rinomati, dove gli amanti del trekking e della mountain bike avrebbero libero sfogo. E poi i prodotti tipici che potrebbero metterii in bella mostra in una fiera del gusto. Un piccolo esempio l’anno scorso, dove sul lungomare è stata riproposta con successo la sagra del pesce, con l’auspicio di ritrovarla anche quest’anno.

Ed ecco il mare, la vera risorsa per il presente e per l’immediato futuro. Ma il mare ad Amendolara è come un ospite d’eccezione che ci si dimentica di salutare. Amendolara pur essendo baciata dal mare ha da sempre avuto una storia agricola-pastorale anche per via della diffusa pratica della transumanza, non riuscendo mai a costruire nel tempo una vera tradizione marinara, escludendo uno sviluppo marino anche e soprattutto dovuto ad una grande quantità di terreni sotto ferrovia appartenenti tuttora a privati. Il lungomare, sia quello storico che la zona balneare del Molo San Francesco hanno bisogno di interventi strutturali importanti che l’Amministrazione Comunale ha in agenda e in qualche caso anche con i soldi pronti o con un iter avviato per intercettarli. Interventi che per quest’estate ormai sono saltati, anche per ritardi burocratici non imputabili a chi amministra. Però è risaputo che senza il lungomare, per un paese costiero non è facile programare una stagione. Ma bisogna fare di necessità virtù e lavorare per offrire una stagione estiva all’altezza delle aspettative puntando su quanto si ha e non su quello che potrebbe essere domani.

L’obiettivo per un turismo marino di partenza è rendere la spiaggia accogliente e fornita dei servizi di base, come le docce, i cestini per la raccolta differenziata dei rifiuti, i bagni pubblici, le discese per permettere ai diversamente abili di raggiungere il bagnasciuga. Forse pretendere anche qualche cabina mare per permettere al turista di prossimità e di passaggio di potersi cambiare dopo il bagno per restare ad Amendolara anche in serata, ad oggi significherebbe chiedere troppo. Poi, certo, bisogna entrare nell’ottica che i servizi che un Comune fornisce hanno un costo di gestione e per tanto devono necessariamente avere un costo di utilizzo, come, per continuare con gli esempi, potrebbe essere il caso delle cabine mare. Nel 2014, a tal proposito, l’Amministrazione Ciminelli I ha inaugurato il servizio dei parcheggi coperti a pagamento a ridosso della spiaggia: il primo esempio di servizio turistico a gettone che il Comune di Amendolara abbia mai adottato. Ma non basta. Il turista è ben contento di pagare un servizio se questo funziona. Come d’altronde è buona norma in tanti paesi civili e anche più piccoli di Amendolara. Le potenzialità ci sono, ma per Amendolara, al netto degli alibi, il tempo dell’attesa è davvero scaduto.

Vincenzo La Camera

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