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Ospedale Trebisacce. Sindacati contestano i recenti movimenti di personale

Ospedale Trebisacce. Sindacati contestano i recenti movimenti di personale
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Scelte organizzative fatte in modo verticistico e confuso, che mirano a proteggere i soliti raccomandati a danno del presidio sanitario che solo a parole si dice di voler riattivare, mentre nei fatti lo si condanna alla chiusura definitiva. E allora, si prende a pretesto la riorganizzazione dei servizi, per spostare personale all’interno della stessa struttura piuttosto che adoperarsi per far rientrare il personale sanitario del luogo tuttora disseminato nell’ambito dello spoke. E’ questo il senso di un comunicato-stampa sottoscritto dal Segretario Aziendale della FIALS Antonio Paolino in merito ai recenti “ordini di servizio” firmati dal Diggì Mauro con cui sono stati spostati 5 infermieri e un medico da un servizio all’altro. Secondo la Fials, si tratta dello stesso metodo utilizzato per le famigerate “vacche di Fanfani” spostate da un’azienda all’altra per dimostrare all’allora Presidente del Consiglio in visita in Calabria che i finanziamenti erano andati tutti a buon fine.

«A che serve – ha scritto testualmente Paolino a proposito dei 3 infermieri sottratti a questo servizio e dell’infermiere sottratto alla Radiologia-Tac – fare proclami sull’istituzione di un servizio di Anestesia quando questo viene smembrato dall’oggi al domani a soli due mesi dalla sua attivazione, senza peraltro un razionale confronto organizzativo? A questo punto – ha commentato il sergeratario della Fials – l’interrogativo sul futuro del “Chidichimo” è d’obbligo visto che i proclami vengono smentiti dai fatti e dalle contraddizioni. Era proprio necessario – ha aggiunto – sottrarre personale ad un servizio così importante anzicchè attingere a ben identificate isole felici dove il carico di lavoro non esiste?».

Dopo aver preso le distanze da questo modo “autoritario” di fare, la Fials, dichiarandosi diversa da chi invece assisterebbe passivamente a queste manovre, «pretende che il personale, in base alla propria specifica professione, venga utilizzato con un carico di lavoro equo, basato anche sulle statistiche delle prestazioni annue. Gli infermieri – incalza il sindacato dei lavoratori della sanità – ci sono e tutti sanno dove si trovano e più volte a parole ci si è riempita la bocca della fantonatica ricognizione del personale al fine di stanare gli imboscati ma, purtroppo, mai questo proclama finora si è mai concretizzato, tanto – aggiunge Paolino – che esiste personale ripetutamante non disturbato nella sua tranquilla oasi di pace perchè protetto dai suoi numi tutelari. Nel programma condiviso e sottoscritto dalle attuali Rappresentanze Sindacali – ha aggiunto ancora Antonio Paolino – c’è la revoca di tutti gli ordini di servizio e dei trasferimenti effettuati dal primo gennaio 2018 ad oggi. Adesso si torna indietro negli anni, quando cioè il problema annoso era quello degli Ausiliari che oggi ha ceduto il passo a quello degli Infermieri, con il rischio di perdere  di vista la vera carenza che è, e rimane, quella dei  dirigenti-medici. Per cui – conclude Paolino senza mezzi termini – chi si presta a questi giochi avendo responsabilità direttive e organizzative, dovrebbe solo vergognarsi!».

Pino La Rocca

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