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Incendio divampa sulle colline di Albidona

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Le temperature tornano ad alzarsi ed ecco tornare a sanguinare la piaga degli incendi boschivi, di probabile matrice dolosa, che negli ultimi anni, nonostante il sequestro cautelativo da parte della Procura della Repubblica, hanno devastato e incenerito gran parte del territorio comunale. Questa volta il fuoco è tornato ad essere protagonista la sera di lunedì 10 settembre nella parte bassa del Canale di Mostarico e, sospinto dal vento e approfittando del ritardo dei mezzi aerei arrivati sul posto solo stamattina verso le 8.30, si è inerpicato lungo il crinale dello stesso monte Mostarico imperversando e distruggendo diversi ettari di pini d’Aleppo e di macchia mediterranea, raggiungendo quasi il centro abitato e minacciando molto da vicino le masserie e le seconde case disseminate nella “manca” e fino alla cosiddetta “fontana di Lungro”, situata nella parte alta di Mostarico.

Solo nella mattinata di oggi, martedì 11 settembre, sono giunti sul posto due canadair e un elicottero che, facendo la spola tra il mare di Trebisacce e il monte Mostarico, sono riusciti, solo intorno alle 16.00, a spegnere il fuoco ed a consentire agli albidonesi di tirare il fiato. E anche questa volta, dopo un mese di agosto nel quale i piromani forse sono stati in vacanza, la matrice del fuoco si presta al sospetto che dietro l’ennesimo rogo ci sia la “longa manus” dei soliti “appiccia-fuoco”, come vengono definiti in paese quegli esseri vigliacchi che sono soliti aggirarsi nei boschi come autentici licantropi che, per il solo piacere di fare dispetto e/o di consumare squallide vendette personali, assoggettano la natura ai propri disegni criminali. Da quanto si è appreso, pare, infatti, che l’innesco del fuoco sia avvenuto contemporaneamente in tre punti diversi, la qual cosa lascia pensare ad un’azione criminosa pianificata e perpetrata con mano esperta e senza scrupoli di coscienza. Insistenti e reiterati anche questa volta gli appelli a fare presto da parte del sindaco Di Palma che, insieme al suo esecutivo, fin dall’inizio del proprio mandato si batte perché i Comuni vengano dotati di piccole dotazioni di uomini e mezzi per poter intervenire tempestivamente sugli inneschi del fuoco e, capitalizzando la preziosa collaborazione dei volontari, ad evitare che le fiamme prendano vigore. Finora però gli appelli dei sindaci sono caduti nel vuoto e tutto viene lasciato in balìa di un’organizzazione piramidale che, a  giudicare dai risultati, sembra fare acqua da tutte le parti.

Pino La Rocca

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