Una copia del Cenacolo (Ultima Cena) di Leonardo da Vinci, di cui sono ignoti l’autore e l’epoca, è stata scoperta nel refettorio del Convento dei Cappuccini a Saracena, abbandonato da anni al’incuria e alle intemperie, e ridotto a rudere raggiungibile solo a piedi. Lo rendono noto le associazioni “Mistery Hunters” di Cosenza e “Mistyca Calabria” di Castrovillari, il cui obiettivo è quello di comprendere la storia, salvaguardare e valorizzare il patrimonio storico – artistico del territorio e cercare risposte concrete di tutela e conservazione.
L’Ultima Cena calabrese mostra alcuni particolari, come la parte inferiore del tavolo che nel Cenacolo di Leonardo da Vinci non esiste più essendo stata coperta quando si è realizzata la porta del refettorio. La storia stessa del convento dei Cappuccini potrebbe fare chiarezza su quest’opera: la fondazione dell’edificio risale al 23 giugno del 1588, per volere di mons. Carafa, vescovo di Cassano. Con la soppressione degli ordini religiosi voluta da Napoleone Bonaparte e Gioacchino Murat la struttura il 10 novembre 1811 venne abbandonata dai frati i quali vi fecero ritorno nel 1854. Il convento fu definitivamente chiuso nel 1915 per mancanza di novizi e tra il 1917 e il 1918 venne usato come luogo di prigionia per i soldati austriaci e tedeschi. Annessa al convento venne edificata una chiesa dedicata a San Francesco d’Assisi che subì anch’essa la soppressione e fino al 1854 rimase di pertinenza comunale. La definitiva soppressione avvenne nel 1866. Altri dipinti su pareti si trovano nel convento, dall’Assunta al San Francesco.
Federica Grisolia