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Ex Ospedale Trebisacce. Per lavori sale operatorie ancora niente soldi dalla Regione

Ex Ospedale Trebisacce. Per lavori sale operatorie ancora niente soldi dalla Regione
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Riapertura dell’Ospedale di Trebisacce: dateci i soldi che ci spettano per mettere mano al ripristino delle Sale Operatorie. Il tempo dell’attesa e degli impegni assunti e non mantenuti è finito da un pezzo. E’ il perentorio invito, indirizzato dal sindaco della città Franco Mundo ai vertici della Regione Calabria ed alla nuova struttura commissariale per sollecitarli ad accreditare all’Asp di Cosenza le somme necessarie e, secondo la tesi di Franco Pacenza quale braccio operativo del presidente Oliverio nel settore della sanità già impegnate da oltre due anni, per procedere alla gara d‘appalto per la ristrutturazione delle sale operatorie del “G. Chidichimo” di Trebisacce. In realtà finora, essendo già stato redatto dall’ingegner Vincenzo Ventimiglia e regolarmente depositato il progetto esecutivo dei lavori, più volte è stato messo sul banco degli imputati il management dell’Asp accusato di cincischiare e di non procedere alla gara d’appalto. Ma senza soldi – recita un vecchio ma sempre attuale adagio – non si cantano messe, per cui ora si è capito, direi finalmente, in quale punto dell’impianto è avvenuto quel corto circuito che ha provocato i ritardi e che ha indotto il sindaco Mundo e l’Assessore alla Sanità Pino Campanella ad alzare la voce e ad indicare da che parte stanno le responsabilità.

«Dall’adozione del Decreto n. 64/2015 emesso dal Commissario ad Acta, – ha scritto il primo cittadino – che prevedeva la riapertura del “Chidichimo” quale Ospedale “di zona disagiata” sono passati ben tre anni e dall’approvazione del progetto per il ripristino delle sale operatorie e della relativa Delibera della Giunta Regionale n. 286 del 21 luglio 2016 che prevedeva la destinazione della somma di 5milioni di euro da dividere tra i tre Ospedali “di zona disagiata” (Trebisacce, San Giovanni in Fiore e Acri), sono trascorsi oltre due anni». Secondo il sindaco Mundo e secondo i cittadini dell’Alto Jonio che sono ormai stanchi di essere portati per il naso, è arrivato dunque il momento di passare dalle promesse ai fatti concreti.

«I tempi – ha sostenuto il sindaco Mundo – non sono più procrastinabili. La situazione di vivere in un territorio privo di un presidio sanitario attivo al 100% non è più tollerabile. Per questo motivo il sindaco Mundo ha deciso di scrivere al Presidente Oliverio, al Delegato alla Sanità Franco Pacenza e al nuovo Commissario ad Acta Saverio Cotticelli, per chiedere, con urgenza, quanto da tempo il territorio attende e per sollecitare l‘immediata apertura della Divisione di Medicina, i cui lavori di adeguamento degli ambienti sono stati ormai ultimati. A breve ha concluso Mundo ricordando che sta per scadere il termine entro cui il Commissario ad Acta nominato dal Consiglio di Stato nella persona del dottor Franco Laviola dovrà eseguire la Sentenza dei Giudici di riapertura coatta dell’Ospedale – convocheremo ad hoc un Consiglio Comunale Straordinario, anche per consentire alle popolazioni locali e agli amministratori dell’intero Comprensorio di conoscere quanto è stato fatto e quanto c’è ancora da fare, chiedendo ai vertici della Regione Calabria e della Sanità Calabrese di essere presenti. Noi certamente non molliamo e vogliamo indietro il nostro ospedale». «Ora – ha concluso l’Assessore alla Sanità Pino Campanella – abbiamo bisogno del sostegno di tutti i cittadini dell’Alto Ionio per far sentire con forza la nostra voce ed ottenere quanto sancito dai Decreti del Commissario Scura e dalla Sentenza del Consiglio di Stato».

Pino La Rocca

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GIUSEPPE PAGANO
GIUSEPPE PAGANO
5 anni fa

Il Sindaco di Trebisacce si mettesse l’anima in pace.Non vi è copertura finanziaria per eseguire i dovuti lavori di ristrutturazione previsti per la riapertura dell’Ospedale Chidichimo.
E un Paese che non spende per la salute dei suoi cittadini è una Nazione fantasma e ,quindi,totalmente da ricostruire.Il diritto alla salute non può essere sottoposto a valutazione meramente economiche.I tagli devono interessare altri comparti escludendo la Sanità.