È stato presentato a Roma, nella Sala della Regina a Montecitorio, il film del regista Salvatore Lo Piano intitolato “La croce e la stella”, le cui riprese risalgono al 2015, sulla storia del campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia.
Il conflitto interiore di un anziano sacerdote, alla ricerca di una verità mai inseguita verso le sue vere origini, apre una pagina di storia sconosciuta; perché Ferramonti è la storia: quella dell’uomo contro l’uomo. Con il proclama delle leggi razziali del 1938, inizia il racconto del regista calabrese che narra una vicenda atroce, ma con risvolti di rara profondità umana, svelando il lato solidale della popolazione calabrese e della stessa direzione del campo, verso i 3000 deportati, mitigando sofferenze e privazioni.
Dopo una lunga fase di ricostruzione storica, “La croce e la stella” ha ottenuto il patrocinio morale dalla Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), dalla Chiesa Cattolica mediante l’Ufficio per l’Ecumenismo ed il Dialogo Interreligioso della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), dalla Lega Italiana per i Diritti dell’Uomo e da “Religion for Peace”, tutte presenti alla proiezione. Prezioso l’aiuto dell’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza (ANCR) di Torino. Organizzato da Radio Sparlamento, all’evento, oltre le istituzioni della Camera dei Deputati, l’Anica, Rai Parlamento e ospiti del settore.
«È un film che ci rappresenta – ha dichiarato il sindaco Ameruso – non solo dal punto di vista storico ma anche sociale. Infatti, per la maggior parte è stato girato nel nostro paese e tante sono le comparse della nostra comunità. Resta fondamentale il rapporto di solidarietà e umanità creatosi fra la gente di Tarsia e gli internati. Sono stati i miei concittadini di allora – sottolinea – ad aver alleviato, in diverse circostante, alcune sofferenze di quella povera gente, in episodi drammatici come la ritirata dei tedeschi e il pericolo di rappresaglie che incombeva sugli internati».
Federica Grisolia