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Atenei italiani tra i migliori al mondo, ma i giovani continuano a partire: la situazione in Calabria

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Nonostante il livello e le performance degli atenei italiani siano in costante ascesa, il fenomeno dell’emigrazione giovanile non sembra volersi fermare. Il numero dei giovani expat cresce di anno in anno, al punto da aver spinto l’Italia in ottava posizione per emigrati nella classifica dell’OCSE.

Conviene comunque andare con ordine, partendo dalle buone notizie: le università nostrane si sono ben posizionate nella classifica delle migliori in assoluto, secondo il QS World University Rankings 2019. Siamo quarti in Europa, dietro a Regno Unito, Francia e Germania, mentre a livello mondiale ci troviamo poco sotto (in settima posizione).

Tuttavia al contempo i giovani continuano a preferire l’estero: la ricerca dell’OCSE spiega come in Italia sia tornata ad aumentare la percentuale di giovani (33%) che scelgono di partire per l’estero alla ricerca di maggior fortuna. Per questo oggi andremo ad approfondire la situazione calabrese.

Unical riconosciuta tra le migliori università italiane

La Calabria rappresenta un po’ lo spaccato di quanto detto poco sopra, a partire dalla qualità degli atenei. Secondo quanto stabilito dal Censis, Unical è riuscita a piazzarsi in seconda posizione nella classifica delle migliori università italiane, con un balzo di tre posti rispetto allo scorso anno. In pratica, nel settore delle grandi università con 20.000-40.000 iscritti, solo l’ateneo di Perugia è riuscito a fare meglio.

Al tempo stesso, però, la Calabria si distingue anche per il numero di giovani che si trasferiscono in terra straniera. Stando al rapporto pubblicato da Demoskopica, infatti, i numeri sono rilevanti: si parla, infatti, di un totale di oltre 180 mila giovani che hanno lasciato la regione per recarsi all’estero in pianta stabile negli ultimi quindici anni. Ecco dunque che è lecito parlare di cervelli in fuga, visti i tanti ragazzi con una laurea in tasca che partono per l’estero a causa, spesso, della manca di lavoro.

La sfida del trasferimento in un paese straniero

C’è chi parte per trovare nuovi stimoli, e chi lo fa perché costretto dalla situazione economica, in ogni caso, sono diverse le sfide che un ragazzo si trova ad affrontare quando prende questa decisione.

Tra le paure e gli ostacoli più frequenti troviamo ad esempio lo svolgimento delle pratiche burocratiche, come la richiesta del visto. Anche l’organizzazione del trasferimento è tutt’altro che semplice, a volte infatti per organizzare un trasloco internazionale conviene affidarsi ad una società specializzata come Blissmoving per gestire al meglio tutte le pratiche e gli aspetti organizzativi – burocratici.

Oltre agli impegni prettamente pratici, non vanno sottovalutate poi le difficoltà legate alla solitudine e al timore di non farcela. Spesso chi parte in direzione estero vive questa esperienza al pari di un esame, facendosi condizionare dalla paura di una “bocciatura”. Non aiuta ovviamente il sentirsi soli in un paese che non si conosce, magari con una cultura molto distante dalla nostra. Bisogna però vivere il tutto con uno spirito positivo, perché poi queste difficoltà lasciano spazio alla bellezza di un’esperienza unica al mondo. (guest post)

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