Emergenza-medici al 118 di Trebisacce con rischio di chiusura del servizio. Nella giornata odierna, 3 luglio 2019, infatti, la postazione del 118 di Trebisacce non risulta “medicalizzata” in quanto manca completamente la figura del medico, mentre sono presenti solo l’infermiere e l’autista. Succede così che la carenza di medici, giunta al minimo storico in questi giorni, mette seriamente a rischio il servizio dell’emergenza-urgenza sanitaria proprio nel periodo cruciale dell’anno in cui, aumentando la popolazione dei residenti, aumenta pure la domanda. La carenza di medici al 118 di Trebisacce, che come è noto opera su tutto il territorio dell’Alto Jonio fino a Cassano, per la verità non è nuova in quanto l’organico è sottodimensionato da oltre un anno, tanto che abitualmente vi operano 4/5 medici invece dei 6 previsti per la copertura dei turni h/24 e si deve solo alla serietà e al sacrificio degli stessi medici, spesso spremuti come limoni, che viene assicurato un servizio peraltro essenziale nel grande deserto sanitario dell’Alto Jonio.
Ma in questi giorni, a causa di seri e certificati problemi di salute di alcuni di loro, l’organico è al lumicino e, relativamente alla giornata odierna, si è ridotto addirittura a zero. Inutili, pare, anche i tentativi esperiti, forse in modo informale, dai dirigenti aziendali della sanità di rimediare all’emergenza di questi giorni dirottando sul 118 di Trebisacce qualche medico “convenzionato” in servizio presso il locale Pronto Soccorso. Sta di fatto che l’attuale numero di medici è insufficiente, e comunque non nelle condizioni di poter coprire i turni giornalieri, al punto che il 118 di Trebisacce rischia di essere completamente chiuso. In queste condizioni, cosa succederà, ci si chiede, se un cittadino-utente della sanità pubblica di Trebisacce o di uno dei paesi del Comprensorio, dovesse trovarsi in una delle frequenti emergenze sanitarie, soprattutto cardiologiche e respiratorie, spesso risolte per mano dei medici del 118?
In queste condizioni, come è possibile, ci si chiede, continuare a pensare che si possa riaprire l’Ospedale? La verità è che, a giudicare anche dalla scabrosa questione degli Anestesisti-Rianimatori la cui Convezione non è stata rinnovata in tempo utile a causa della negligenza dei vertici aziendali e il locale Pronto Soccorso è rimasto scoperto per circa 15 giorni, qui, nell’estrema periferia della provincia di Cosenza, i dirigenti provinciali e regionali della sanità giocano col fuoco e sulla pelle dei poveri pazienti aspettando, forse, che ci scappi il morto prima di svegliarsi dal torpore e di doversi trovare nelle condizioni di fare i conti con la legge. Oltre che con la propria coscienza!
Pino La Rocca