Giovane 47enne originario di Alessandria del Carretto in condizioni di estrema gravità, pare per aver ingerito sostanze tossiche, arriva al Pronto Soccorso di Trebisacce alle ore 19.10 di domenica 4 agosto. Soli 50 minuti, dunque, dal termine del servizio da parte dell’Anestesista-Rianimatore di turno il quale, dopo averlo soccorso in collaborazione con il personale medico e paramedico del Punto di Primo Intervento ed averlo opportunamente intubato, sale sull’Ambulanza del 118 e, a sirene spiegate e in codice rosso, lo accompagna all’Annunziata di Cosenza dove, in poco più di mezz’ora lo consegna, ancora in condizioni gravi, ai medici della Rianimazione che lo prendono in carica. Terminata la sua missione alle 20.20, e cioè dopo il termine del suo orario di servizio, l’Anestesista è tornato a Trebisacce per recuperare la propria auto con cui ha fatto ritorno a Cosenza ben oltre il solito orario. Fin qui parliamo solo di buona-sanità e dell’operato quotidiano di medici coscienziosi, pagati per garantire l’emergenza-urgenza e per tutelare quindi la salute dei pazienti.
L’episodio di sostanziale buona-sanità sarebbe però diventato certamente di mala-sanità e oggi staremmo qui a parlare di un’altra storia qualora il paziente si fosse rivolto al Punto di Primo Intervento un’ora dopo, allorquando cioè la presenza degli Anestesisti-Rianimatori si interrompe in quanto garantita solo h/12 e quindi dalle 8.00 alle 20.00 e solo dal lunedì al sabato (esclusi i festivi) perché così prevede l’ultima Convenzione sottoscritta con gli Anestesisti dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. Peggio ancora se l’emergenza si fosse verificata qualche giorno prima, visto che la stessa Convenzione, scaduta il 20 luglio scorso, è stata rinnovata solo qualche giorno addietro e con oltre 10 giorni di ritardo. Tutto questo la dice lunga sul grave rischio sanitario che, soprattutto nelle situazioni di emergenza-urgenza, incombe sulle popolazioni dell’Alto Jonio e dei tanti turisti che in questo periodo si trovano da queste parti per le vacanze. Rischio certamente latente da cui i vertici provinciali della sanità e quanti hanno responsabilità apicali hanno cercato di tutelarsi mettendo a conoscenza di queste gravi criticità S. E. il Prefetto, ma nessuno potrà mai sentirsi tranquillo, soprattutto con la propria coscienza, se non lo ha fatto ed ha pensato di lavarsi le mani come ha fatto a suo tempo Ponzio Pilato.
In realtà c’è anche chi opera in trincea e si adopera in tutti i modi per contribuire a colmare le lacune della sanità nell’estrema periferia della Calabria. E’ il caso del referente della Direzione Sanitaria dottor Antonio Adduci che, dopo aver scritto al Commissario Cotticelli per segnalare la palese anomalia della presenza dell’Anestesista solo per 12 ore dei giorni feriali, si è adoperato con i vertici dell’Asp per far rinunciare alla ferie e far ritornare in servizio il dr. Antonio Rago che era in congedo pre-pensionamento il quale, tornando ad assumere il ruolo di Coordinatore, in collaborazione con la stessa Direzione Sanitaria ha ottenuto il risultato di garantire la presenza dell’Anestesista anche nei giorni festivi. Rimane però scoperta, almeno fino al 5 settembre prossimo, la notte. Il giorno sì, …ma la notte no, la notte nessuno deve sentirsi male e ricorrere al Pronto Soccorso per un caso di emergenza-urgenza.
Pino La Rocca