Un assistente capo della Polizia Penitenziaria è stato aggredito nel pomeriggio di ieri (martedì) da un detenuto all’interno del reparto B nel carcere di Castrovillari. Il ristretto, di origine campana, si era rifiutato di rientrare nella camera detentiva dopo aver effettuato la doccia giornaliera; all’ennesimo invito disatteso, ha sferrato un pugno al viso dell’agente. A rendere noto l’accaduto, Vincenzo Ventura, delegato regionale USPP (Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria), sindacato che rappresenta anche la Confederazione UGL nel Comparto Sicurezza. Secondo la ricostruzione dell’accaduto, solo grazie alla presenza di altri detenuti che hanno bloccato l’aggressore e al pronto intervento di altri agenti che lo hanno riportato alla calma e accompagnato nella camera detentiva si è potuto evitare il peggio.
Prontamente accompagnato presso il Pronto Soccorso cittadino l’agente ha riportato una contusione allo zigomo destro e un taglio al labbro inferiore guaribili in sette giorni.
«Appare evidente a tutti – ha dichiarato Ventura – che, nonostante gli sforzi della direzione, è necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità del penitenziario di Castrovillari, a cominciare dal ripianamento delle carenze organiche di tutti i reparti di polizia penitenziaria. Il blocco delle assunzioni dell’ultimo decennio ha lasciato invecchiare il personale di un intero istituto, la cui età media oggi è sui cinquant’anni con problemi di tenuta fisica; turni giornalieri di otto ore e 30/40 ore di straordinario mensile non aiutano certamente. Inoltre, urgono importanti interventi strutturali sempre annunciati ma mai realizzati, come l’installazione delle docce in tutte le camere detentive che avrebbe evitato sicuramente l’evento critico odierno».
Il delegato regionale USPP ha auspicato «l’adozione di idonei correttivi da parte del capo del Dap Francesco Basentini e del guardasigilli Alfonso Bonafede rispetto alla situazione non solo di Castrovillari ma di tutti gli istituti calabresi, ormai vicini al collasso, dotando la Polizia Penitenziaria di strumenti adeguati a contrastare simili comportamenti che spesso vengono perseguiti esclusivamente sotto l’aspetto disciplinare e quindi ininfluenti e inutili».
Federica Grisolia