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Castrovillari. Nella tenda di “Mario e Saleh” i sentimenti vincono sui pregiudizi

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L’ultima fatica teatrale del bravo attore calabro-lucano, ormai internazionale, Saverio La Ruina, ripropone un dramma nel dramma. In una tenda di una tendopoli – all’indomani del terremoto dell’Aquila – , Mario (Saverio La Ruina) si presenta con la sua corazza di pregiudizi di fronte al suo compagno di “stanza”, Saleh, tunisino di fede islamica. Ma la straordinarietà del dialogo (nelle foto di Tommaso Le Pera) consiste proprio nella chiave di lettura delle divergenze. Nulla appare scontato e La Ruina non ripropone il duello ormai sdoganato tra il musulmano vittima di razzismo culturale e il cristiano con il crocifisso in mano. Ma mette a nudo entrambi i personaggi in tutti i loro limiti. Lo stesso Saleh si presenta poco propenso all’integrazione, limitando le involontarie azioni di Mario nella tenda durante il sacro rito della preghiera ad Allah. Questi atteggiamenti provocano in Mario incredulità prima ed esasperato orgoglio poi, nel difendere le proprie abitudini al grido di “voi siete ospiti e vi dovete adattare”.

Ma alla fine si scopre che è stato proprio il giovane meccanico Saleh, che manda i soldi alla sorella in Tunisia, a proporre alla Protezione Civile di stare in tenda con Mario, perché crede nell’integrazione ed è convinto che gli scontri di religione, verbali e fisici, siano frutto di una mancata conoscenza delle scritture. Infatti, i principi cardini della solidarietà, della fraternità, della tolleranza e soprattutto della non violenza sono espressi tanto nella Bibbia, quanto nel Corano. Sabato e domenica, al teatro Sybaris di Castrovillari, è andata in scena la prima regionale di questo nuovo lavoro teatrale di Scena Verticale, scritto da Saverio La Ruina. Tanti applausi in entrambe le serate per uno spettacolo, che per la sua disarmante semplicità, tocca le corde dell’animo e richiama la quotidianità potenziale di ciascuno. In una tenda con due brandine e un tavolino, due mondi contrapposti si annusano, si respingono, fino ad avvicinarsi. Chadli Aloui, nei panni di Saleh, è a suo agio sul palcoscenico, al cospetto di una Saverio La Ruina grande nella sua umiltà di attore. In Mario e Saleh non c’è un protagonista e una spalla, ma due uomini veri, apparentemente differenti ma molto simili nei sentimenti, sotto quel vestito fatto di pregiudizi reciproci.

Vincenzo La Camera

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