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La Transumanza è Patrimonio dell’Umanità. Unesco accoglie candidatura dell’Italia

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La transumanza è Patrimonio Culturale dell’Unesco. Questa antica usanza pastorale, la cui origine si perde nella notte dei tempi, diventa un bene immateriale, patrimonio dell’umanità, da tutelare. Accolta dunque la candidatura dell’Italia che annovera lungo lo Stivale tante regioni ancora dedite a queste caratteristica usanza, che vede il bestiame trasferirsi dal mare alla montagna nei periodi estivi e viceversa durante l’inverno. L’Unesco dal 1972 raccoglie in una lista siti e tradizioni da tutelare. L’Italia, assieme alla Cina, è la nazione più rappresentata. Il riconoscimento della Transumanza quale Patrimonio Culturale dell’Unesco arriva da Bogotà, in Colombia, dove si è riunito il Comitato Intergovernativo.

Le comunità emblematiche indicate nel dossier come luoghi simbolici della transumanza sono diverse, tra cui i comuni di Amatrice (Rieti) da cui è partita la candidatura subito dopo il devastante terremoto, Frosolone (Isernia), Pescocostanzo e Anversa degli Abruzzi in provincia dell’Aquila, Lacedonia in Alta Irpinia in Campania, San Marco in Lamis e Volturara Appula (il paese del Premier Conte) in provincia di Foggia, insieme a territori della Lombardia, la Val Senales in Trentino Alto-Adige, e la Basilicata. Proprio la Basilicata e in special modo il Pollino sono custodi di storie e leggende legate alla transumanza lungo i sentieri al confine con la Calabria Citra, come i tratturi che le greggi con i loro pastori e massari percorrevano da San Severino Lucano (Pz) ad Amendolara (Cs). Proprio questi due comuni nei mesi scorsi si sono ufficialmente gemellati nel segno di questa tradizione pastorale.

STORIA – Vincenzo Vitale, nato a Mezzana di San Severino Lucano nel 1858, effettuava ogni anno la transumanza fra le sue terre lucane e La Lista ad Amendolara, ove conduceva a svernare i suoi tremila e più ovini. Quando il gregge attraversava Amendolara si alzava un gran polverone e si udiva un gran belare, e mentre le prime pecore avevano raggiunto le ultime case del paese, gli ultimi ovini non erano ancora entrati nell’abitato. Amendolara tremava e da qui il suo soprannome: ‘U Trimuwend (da Scritti, Rocco Laviola)

Vincenzo La Camera

 

 

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