Siccità, un nemico sempre più in agguato mentre i contadini e gli agricoltori sono sempre più soli a fronteggiare l’emergenza. Ma cosa sta facendo – ci si chiede – il Consorzio di Bonifica dei Bacini dello Jonio di Trebisacce per incrementare la dotazione idrica a scopo irriguo in vista dell’imminente primavera e della prossima estate che si annunciano più siccitose del solito? Se lo chiedono, preoccupati, gli agricoltori della vasta area che va da Rocca Imperiale a Cariati a cui il suddetto Consorzio, a fronte delle discutibili e discusse bollette che continua ad emettere a prescindere dai reali benefici fondiari, sarebbe tenuto a garantire almeno la sopravvivenza. Per quanto tempo – ci si chiede ancora – agli operatori agricoli sarà delegato il compito di salvare il salvabile in un clima ormai impazzito? Sono ormai tre mesi che non piove e che l’inverno non fa il suo mestiere, così come del resto ha fatto l’autunno, cosicchè la siccità è veramente dietro l’angolo e ancora una volta c’è il rischio che i contadini e gli agricoltori vengano lasciati soli a fronteggiare la situazione.
E’ ancora vivo il ricordo delle lotte condotte negli ultimi anni dagli agricoltori di Rocca Imperiale per ottenere una dotazione idrica proporzionata alle dimensioni delle aree agricole della Piana Rocchese. Nella circostanza gli agricoltori rocchesi hanno messo in discussione lo stesso ruolo svolto dal Consorzio chiedendo provocatoriamente il distacco dal bacino idrico gestito dal Consorzio e l’accorpamento al Consorzio Lucano del Bardano-Metaponto. Ma se quest’anno continuerà l’assenza completa di precipitazioni il rischio di una rivolta generale sarà quasi inevitabile. E’ il caso perciò che il Consorzio, ma anche la nuova classe politica regionale, si muovano in tempo per evitare il peggio. Dalla sede del Consorzio di Bonifica di Trebisacce arrivano notizie, per la verità scarne, di incontri del solo Presidente Blaiotta con i famelici vertici dell’Autorità dei Bacini Meridionali con sede a Bari per esaminare le proposte avanzate dal nostro Consorzio e decidere una buona volta l’incremento delle dotazioni idriche spettanti alla Calabria e provenienti dai monti della Basilicata, ma, – si sa – la Puglia, molto più forte politicamente, è abituata a fare la voce grossa e ad accaparrarsi gran parte dell’acqua proveniente dallo schema del fiume Sinni per cui diventa essenziale fin da subito portare il problema della ripartizione dell’acqua a scopo irriguo nei piani alti della politica, e non solo quella regionale, per evitare che i vertici dell’E.I.P.L.I (Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e la Trasformazione Fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia) con sede a Bari continuino a partorire figli e figliastri ed a lasciare gli agricoltori calabresi da soli a fronteggiare un’emergenza che quest’anno si annuncia di dimensioni epocali.
Pino La Rocca