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Coronavirus, nelle chiese calabresi niente segno della pace

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Niente stretta di mano per lo scambio della pace durante le messe, acquasantiere vuote, comunione solo sulle mani. C’è anche questo nella comunicazione redatta dalla Conferenza Episcopale Calabra, tra le misure precauzionali contro l’epidemia coronavirus (COVID-19), in cui si raccomanda, inoltre, di “evitare di bagnarsi gli occhi con l’acqua benedetta in occasione dell’imposizione delle ceneri; evitare la comunione sotto le due specie; lavarsi bene le mani (presbiteri, diaconi, ministri dell’eucarestia); evitare le condoglianze, al termine dei funerali, dei trigesimi e degli anniversari”.

Anche la religione, dunque, si adegua alla paura del contagio, adottando questi “comportamenti prudenziali in linea con le istruzioni del Ministero della Salute e dei medici di famiglia, nelle comunità cristiane di tutte le diocesi della Calabria, per tutto il tempo necessario”.

I vescovi della Conferenza Episcopale Calabra esprimono, infine, vicinanza, con la preghiera, agli ammalati, agli anziani, a quanti operano nel settore sanitario e alle famiglie eventualmente coinvolte con il contagio o sono in quarantena nelle “zone rosse”, chiedendo ai sacerdoti «di sostenere i fedeli con sapienza evangelica, trasmettendo loro fiducia, serenità, prudenza e buon senso».

Federica Grisolia

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