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La storia di Ulisse Gatto, unico ciclista professionista dell’Alto Jonio. «Coppi era il più grande. Bartali un amico»

La storia di Ulisse Gatto, unico ciclista professionista dell’Alto Jonio. «Coppi era il più grande. Bartali un amico»
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Pubblichiamo per la prima volta sul web questo articolo che nel maggio 2013 scrivemmo per la rivista cartacea Paese24 Magazine. In quell’anno il Giro d’Italia attraversò l’Alto Jonio cosentino con la 5^ tappa Cosenza-Matera. E fu per questa occasione che incontrammo Ulisse Gatto, di Roseto Capo Spulico, primo e unico ciclista professionista del comprensorio che ci raccontò storie e aneddoti legate ai suoi tempi sulle due ruote. Un mesetto fa Ulisse ci ha lasciati, in silenzio, a 98 anni, in un tempo buio, nella residenza per anziani “Villa Azzurra”, a Roseto Capo Spulico. In queste ore è giunta anche la notizia che il Giro d’Italia 2020 sarà posticipato, poiché il governo dell’Ungheria, a causa del Coronavirus, ha bloccato le manifestazioni sportive. La Corsa Rosa di quest’anno sarebbe dovuta partire proprio da Budapest il 9 maggio. La nuova data di partenza del Giro 2020 – comunica Rcs Sport –  sarà annunciata non prima del 3 aprile quando termineranno le disposizioni previste dal D.P.C.M. del 4 marzo 2020. Di conseguenza slitta anche la tappa Castrovillari-Brindisi, prevista per il 16 maggio, che avrebbe riportato i girini sulle strade dell’Alto Jonio. (La foto di copertina risale al 2013)

Ha visto passare il suo Giro d’Italia dalla sua Roseto. Ulisse Gatto, oggi 91 anni, la corsa rosa l’ha vissuta più volte da protagonista. Quando il ciclismo si seguiva alla radio e quando Fausto Coppi e Gino Bartali avevano diviso l’Italia in due. Siamo alla fine degli anni ’40. L’Italia usciva devastata dalla guerra, mentre Partito Comunista e Democrazia Cristiana ridavano alla nazione i valori della politica, quella vera. Coppi era il comunista e Bartali il democristiano, almeno così dicevano i ben informati. «Coppi era il più grande. Bartali era un amico», racconta Ulisse che ci svela il lato umano del ciclismo. E ci regala uno scoop. Gli chiediamo chi fosse stato dei due, tra Coppi e Bartali, ad aver passato all’altro la borraccia (in realtà una bottiglia d’acqua): immagine immortalata in una splendida foto che ha fatto il giro del mondo. Siamo sul famigerato Galibier durante il Tour de France del 1952. Coppi, in maglia gialla, è davanti, ed è Bartali in realtà che da dietro «gli allunga una bottiglia d’acqua», ci rivela Ulisse Gatto che abbiamo incontrato a Villa Azzurra, a Roseto, assieme al direttore della struttura Vincenzo Diego e all’educatrice Lucia Lofranco. Ulisse è il campione di casa, è stato ciclista professionista tra il 1942 e il 1956, correndo per squadre del Nord, maggiormente della Lombardia. Oggi scrive poesie e articoli per il giornalino della residenza per anziani. Tra le altre cose lui è anche giornalista e ci mostra orgoglioso il tesserino.

Ci regala delle perle di ricordi che raccontano di un ciclismo che oggi non c’è più. Come quando a Monza nelle qualificazioni italiane per il mondiale, Coppi forò la ruota proprio davanti ad Ulisse al quale il campione chiese la sua di ruota in cambio di 10.000 lire: promessa mantenuta una volta giunti al traguardo. «Aiutai a vincere anche Fiorenzo Magni in un Giro del Piemonte “tirandolo” per diversi chilometri – ci racconta orgoglioso il gregario Ulisse Gatto che nel suo palmares vanta due partecipazioni alla Milano-Sanremo -. Anche lui mi promise 10.000 lire, ma le sto ancora aspettando». Ci racconta di come si svolgeva il rifornimento in corsa ai suoi tempi. Non certo come adesso con la consegna al volo di sacchetti con barrette e crostatine. «Ai miei tempi ci si fermava anche in qualche bottega di alimentari per un panino». E poi un’altra chicca: «Una volta passammo vicino a degli di alberi di cachi e Bartali mi disse: “Ulisse vanne a prendere qualcuno, né troppo morbidi e né troppo duri. E li mangiammo in corsa». Ulisse Gatto è stato l’unico ciclista professionista dell’Alto Jonio cosentino. L’otto maggio ha voluto anche lui applaudire il passaggio della carovana a Roseto Capo Spulico. Chissà cosa avrà pensato… Oggi Ulisse continua a pedalare tra le nuvole, in un Giro che lo vede sempre in testa assieme ad i suoi amici Coppi e Bartali.

Vincenzo La Camera

 

 

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giuseppe pagano
giuseppe pagano
4 anni fa

Persona squisita e culturalmente preparata.Sono stato fortunato per averlo conosciuto.Lo ricorderò per la sua grande umanità e per avermi dedicato alcune sue poesie.

Francescamazzia7
Francescamazzia7
4 anni fa

Cugino del mio papà. Nel mio cuore è nei miei ricordi di infanzia

Bruno Grassi
Bruno Grassi
3 anni fa

Non ho mai conosciuto mio padre. Ho saputo dopo 45 anni della sua esistenza. Non ho avuto il coraggio di affrontarlo. Ora che non ce piu mi pento di non averlo incontrato. Riposa in pace . Ho saputo di avere un fratello a Milano che ho provato a contattare ma si è sempre negato.
Un forte abbraccio ulisse.
Tuo figlio Bruno.