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Primo caso di Coronavirus a Castrovillari. Sindaco: «Situazione nella norma»

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Primo caso di Coronavirus anche a Castrovillari. A comunicarlo «con rammarico, ma senza preoccupazioni particolari» è il sindaco, Mimmo Lo Polito, non appena venuto a conoscenza dell’esito positivo del tampone. Si tratta di un militare, rientrato in città lo scorso 17 marzo (poiché avevano chiuso la sua caserma, dunque non in servizio alla “Manes” di Castrovillari), quando era ancora concesso il ritorno nella propria residenza, prima dell’ordinanza di chiusura della Regione Calabria.

«Il ragazzo, sceso con la propria auto senza fare soste, non proviene, dunque, dalle ex zone rosse, ma – ci avvisa il sindaco Lo Polito, raggiunto telefonicamente – è stato messo in quarantena, così come tutti coloro che provenivano da fuori regione. Da subito, dunque, si trova in un’abitazione dove vive solo lui. Sta bene, è asintomatico ma, già prima di scendere, aveva richiesto di essere sottoposto a tampone poiché vi era stato un caso positivo nella caserma in cui milita. Per questo motivo tutti i militari sono stati mandati via. Ha reiterato questa richiesta anche qui e hanno impiegato ben undici giorni per farlo, grazie alle insistenze del medico curante. Non ha visto nessun altro, nemmeno i suoi familiari, pertanto – ci informa il primo cittadino – non dobbiamo effettuare alcuna mappa dei contatti. Sin dal primo giorno in cui è qui sta eseguendo un rigido isolamento. Prima di scendere – aggiunge – ci eravamo sentiti più volte perché voleva sapere come fare quarantena per non sbagliare. E’ una persona responsabile, un vero militare».

«La situazione è nella norma – tranquillizza il sindaco attraverso la nostra testata – perché, come da protocollo, è stata disposta la quarantena per 14 giorni. Sarebbe stato grave se si fosse trattato di una persona che avesse circolato liberamente. In ogni caso, le norme sul distanziamento sociale, meglio ancora se siamo rimasti a casa, ci mettono al riparo da ogni rischio. Quindi, questo episodio ci fa comprendere, ancor di più, l’importanza di rimanere in casa. Non credevo – conclude Lo Polito – iniziasse una caccia alle streghe verso chi ha usato estrema correttezza. Cerchiamo di augurare una pronta guarigione ad una persona piuttosto di dare colpe che non ha».

Federica Grisolia

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