Tamponi per i calabresi di rientro. Sindaci scrivono alla Regione che conferma disponibilità

Alcuni sindaci della provincia di Cosenza, 75 per la precisione, hanno chiesto, in data 2 maggio, con una missiva, al presidente della Giunta Regionale, all’Asp di Cosenza, al Dipartimento della Protezione Civile Regionale e al Prefetto di Cosenza, di effettuare il tampone a tutte quelle persone che in questi giorni rientreranno in Calabria perché residenti; in quanto, sostengono i sindaci, la diffusione del virus in Calabria «è acclarato, con ogni evidenza, come sia collegata ai “contagi da rientro”». I sindaci di 75 comuni ritengono “blanda” l’ordinanza della Santelli che prevede in questo caso l’isolamento domiciliare volontario ed eventualmente il tampone soltanto se disposto dalle autorità sanitarie competenti in particolari casi specifici. Invece i primi cittadini chiedono un tampone rinofaringeo al momento stesso dell’arrivo con conseguente isolamento domiciliare sino al risultato dell’esame, considerato che – scrivono – «una “diffusione virale da rientro” avrebbe conseguenze nefaste». Ci si chiede, però, come mai, gli stessi sindaci non abbiano richiesto le stesse precauzioni per chi in queste settimane è rientrato o giunto in Calabria per motivi di lavoro o di salute.
Detto ciò, l’assessore regionale all’Agricoltura e Welfare, Gianluca Gallo, ha risposto a questa sollecitazione dei sindaci che «tutti i calabresi che faranno rientro in Calabria a far data dal 4 maggio saranno sottoposti a tampone». La nota dei primi cittadini – precisa l’assessore regionale – «arriva a tempo scaduto, dal momento che la Giunta regionale, pur nella colpevole indifferenza del Governo, ha già provveduto ad organizzare la rete degli interventi». L’ordinanza regionale, infatti, è del 30 aprile. Gallo comunque assicura che i tamponi si faranno, nei tempi tecnici previsti dall’ASL. Bisogna adesso capire se per “calabrese” si intendono sono quelli residenti, oppure anche coloro i quali pur con origini in questa regione e con contatti stretti parentali, per svariati motivi hanno trasferito la residenza altrove. Da ciò: un calabrese di origine che rientra per lavoro o motivi di salute (quindi non più residente) sarà sottoposto a tampone? E perché non estendere il provvedimento del tampone anche a quelle persone residenti in altre regioni d’Italia che arrivano in Calabria per motivi di lavoro o di salute?
Gallo fa capire come la Regione stia cercando di mettere delle pezze al DPCM del 26 aprile che autorizza, di fatto, il rientro indiscriminato delle persone presso le loro residenze. Si attendono ora dei provvedimenti formali, in quanto i tamponi non possono essere di certo effettuati sulla base di alcune dichiarazioni seppur istituzionali. Al momento in Calabria sono stati effettuati 36.975 tamponi: uno ogni 55 abitanti.
Elenco dei 75 comuni: Acquaformosa, Acquappesa, Acri, Albidona, Aprigliano, Belsito, Bisignano, Bonifati, Calopezzati, Caloveto, Campana, Cariati, Cassano allo Ionio, Castrovillari, Celico, Cerchiara di Calabria, Cerisano, Cervicati, Civita, Colosimi, Cropalati, Diamante, Domanico, Fagnano Castello, Firmo, Fiumefreddo Bruzio, Frascineto, Fuscaldo, Grimaldi, Lago, Laino Borgo, Laino Castello, Lappano, Lattarico, Longobardi, Longobucco, Lungro, Malvito, Mangone, Marano Principato, Marzi, Mendicino, Montalti, Montegiordano, Mormanno, Mottafollone, Paludi, Paola, Parenti, Paterno Calabro, Pietrafitta, Rende, Rogliano, Rose, Rota Greca, Roseto Capo Spulico, Sangineto, San Marco Argentano, San Martino di Finita, Santa Caterina Albanese.
Vincenzo La Camera