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Trebisacce. Effetto gambero per il Pronto Soccorso. Un passo avanti e due indietro

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In pericolo la sopravvivenza del Pronto Soccorso dell’ospedale di Trebisacce (che tra l’altro, al momento, non sarebbe nemmeno tale, ndr) che rischia di essere chiuso e di tornare a essere un semplice PPI (Punto di Primo Intervento) per il venir meno, dal primo giugno scorso, del numero minimo dei medici necessari per poter assicurare la turnazione H/24. Il grido d‘allarme viene dai 4 medici rimasti presso il P.S. del “Chidichimo” dopo il trasferimento di uno di loro, il dr. Rocco Calienni di Amendolara, fresco vincitore di Concorso a Tempo Indeterminato e, – forse proprio per questo – sottratto al P.S. di Trebisacce e assegnato d’ufficio al Pronto Soccorso di Corigliano-Rossano. Eppure la stabilizzazione a Trebisacce del dr. Calienni al “Chidichimo” era parte integrante, insieme ad altri 8 importanti impegni, degli accordi sottoscritti dal Commissario Zuccatelli subito dopo il suo sopralluogo a Trebisacce, impegni negoziati e pronti quindi per essere realizzati dopo essere stati messi “nero su bianco” nel pro-memoria redatto dal Referente della Direzione Sanitaria, il dr. Antonio Adduci.

Le improvvise e misteriose dimissioni dello stesso Zuccatelli da Commissario dell’Asp di Cosenza hanno invece mandato tutto per aria e gettato nello sconforto amministratori locali e medici perché, a pagarne le conseguenze, è sempre la sanità più periferica della provincia, quella dell’Alto Jonio, che continua ad essere martoriata dai tagli, soprattutto dei Medici che, come nel caso del P.S. costretto a lavorare solo con un Medico e un Infermiere, ma anche della postazione del 118 (solo 4 Medici), della Radiologia, della Dialisi, del Reparto di Lungodegenza… che si trovano da sempre con un organico ridotto ai minimi termini. Tutto il personale quindi,e nella fattispecie il personale del P.S., opera perennemente in condizioni di stress psico-fisico, sia perché costretto a turni massacranti sia perché impegnato ad operare in completa solitudine.

I medici dello strano e anomalo Pronto Soccorso di Trebisacce, a cui fanno capo ben 17 Comuni e una popolazione di oltre i 60mila abitanti, al contrario di quanto avviene nei Pronto Soccorso degli ospedali infatti operano sempre da soli e senza l’affiancamento di figure mediche indispensabili, tra cui gli Anestesisti-Rianimatori, ma anche i Cardiologi che sono presenti presso il “Chidichimo” solo al mattino, dalle 8.00 alle 14.00 dei giorni feriali e quindi esclusi i giorni festivi. Nonostante siano in pochi e nonostante il fatto di dover lavorare in completa solitudine, i Medici del P.S. di Trebisacce, tutti convenzionati e quindi non stabilizzati, avendo scelto di mettersi in gioco nel Pronto Soccorso che ritengono un servizio “nobile” per l’utenza, non si sono mai tirati indietro affrontando sempre con umanità e professionalità il loro difficile compito, ma con sole quattro unità, coordinate dal dr. Giovanni Parrotta dopo il pensionamento del dr. Giorgio Ferrara, non ce la fanno a coprire i turni e si sentono abbandonati a se stessi sia dalla politica che dal management dell’Asp a cui chiedono con forza, attraverso la stampa, un minimo di rispetto verso la loro professione e la possibilità di lavorare in tranquillità e sicurezza, sia per se stessi che per i tanti pazienti che si rivolgono quotidianamente al P. S. di Trebisacce.

Pino La Rocca

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