“La Destra” va all’attacco di chi, ad avviso del partito, specula sulla necessità di lavoro dei giovani calabresi. In particolare è Salvatore Filippelli, coordinatore del partito di Storace nella parte jonica cosentina e membro del comitato centrale, a stigmatizzare il comportamento del consigliere regionale calabrese Antonio Rappoccio, arrestato a fine agosto per associazione per delinquere, corruzione elettorale aggravata, truffa e peculato.
«Il “sistema Rappoccio” – ha affermato Filippelli – consegna agli annali una delle pagine più brutte e grottesche della storia italiana, che in Calabria raggiunge il suo apice. I reati contestati al consigliere regionale del Pri sono odiosi perché il politico avrebbe sfruttato in chiave elettorale la necessità di lavorare di centinaia di giovani reggini. Un esempio paradigmatico dello scadimento, sul piano dei valori etici e civici di una certa parte della classe politica.
Non possiamo certo restare in silenzio – ha proseguito l’esponente de “La Destra” – di fronte a chi specula con cinismo sui bisogni e le aspettative di tanti giovani in cerca di un lavoro stabile per costruirsi un futuro in una terra, come quella calabrese, connotata da endemici problemi di sviluppo sociale ed economico, di legalità e di sicurezza. Le istituzioni tutte, nazionali, regionali provinciali e locali, si facciano portavoce del bisogno del popolo calabrese di sviluppo, di servizi, di diritti, ivi compreso quello elettorale, in quanto senza un lavoro si è schiavi dei raggiri del potente di turno».
Pasqualino Bruno