Redazione Paese24.it

Agente aggredito nel carcere di Castrovillari. «Ecco cosa è successo. Il detenuto deve essere trasferito»

Agente aggredito nel carcere di Castrovillari. «Ecco cosa è successo. Il detenuto deve essere trasferito»
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Un Assistente Capo della Polizia Penitenziaria in servizio presso l’istituto di Castrovillari è stato vittima stamattina di una violenta aggressione perpetrata da un detenuto straniero. L’agente, addetto al magazzino detenuti, mentre si trovava sul piano detentivo a consegnare i pacchi postali, senza alcun motivo è stato aggredito con un violento pugno al volto dal detenuto che in quel momento stava rientrando dai locali passeggi, cadendo a terra e sbattendo violentemente la testa e la schiena. Provvidenziale l’intervento degli agenti di Polizia Penitenziaria accorsi immediatamente sul posto unitamente alla Sorveglianza Generale e al Comandante di Reparto e che hanno evitato che le cose finissero molto male. Il collega si trova ancora in ospedale per gli accertamenti del caso. Questi i fatti raccontati da Vincenzo Ventura, delegato regionale Calabria USPP (Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria).

«Crediamo che il soggetto  – commenta Ventura – debba essere trasferito al più presto  in altra sede e classificato a sorveglianza particolare». Nonostante l’impegno profuso dalla direzione e dagli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria, «la situazione castrovillarese – continua il sindacalista – è molto problematica. Abbiamo a che fare con una carenza di personale notevole e siamo in attesa di interventi strutturali urgenti come l’installazione delle docce dentro le camere detentive, essendo Castrovillari l’unico istituto calabrese ad esserne sprovvisto».

«Sulla sicurezza del personale – insiste Ventura – ci chiediamo se è mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia, al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, al Provveditorato della Calabria, abbia pensato di fornire anche alla polizia penitenziaria ed i suoi appartenenti pistole teaser e spray al peperoncino come le altre forze dell’ordine, in modo da poter fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge come queste».

Vincenzo La Camera

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