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Alessandria del Carretto. È morto il carnevale! Lunga vita al carnevale!

Alessandria del Carretto. È morto il carnevale! Lunga vita al carnevale!
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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Sarebbe tempo di sfogo, di joie de vivre, questo. Sarebbe il tempo del moderno struscio sul corso dei paesi – la festa dei bambini! – e dei carretti cosiddetti “allegorici” e di fate, principi, regine e indiani d’ogni America ad affollare le vie dei centri, tripudio di festa e di colore (e ovviamente di coriandoli, terrore, comprensibile, di chi poi quelle strade deve pulirle). Sarebbe tempo dell’ormai âgé sconvolgimento sociale, del potere invertito, sconsacrato, vituperato, deriso e poi assunto, semel in anno licet insanire. Ma tant’è, di questi tempi pazzi il carnevale è l’ultimo dei nostri pensieri. Eppure.

Eppure, in questo periodo dell’anno, sulle nostre montagne, toccherebbe alle antiche maschere popolari – abusato termine! – “di paese” rientrare in scena. E nelle piazze si dovrebbe consumare il rito sempiterno del rinnovamento, si dovrebbe celebrare il tempo nel suo divenire: dalla fine l’inizio. La piazza: spesso centro “fisico” dei nostri paesi, sinonimo di socialità, idealmente luogo di potere, banalmente luogo di incontro, scambio, dialogo, più precisamente luogo di vita, dovrebbe pullulare di gioia e spensieratezza. Invece proprio quella – un tempo scenografia dei carnevali e delle varie stravaganze ad essi connesse, oggi solo palcoscenico di queste nostre messinscene non prive di significato – quest’anno sarà votata al vuoto. La causa è nota.

Certo, i nostri bambini sentiranno inevitabilmente la mancanza del loro momento di svago annuale, ma questa assenza altrove – credo – avrà un valore diverso. Negli ultimi anni, grazie alla volenterosa caparbietà di una manciata di giovani donne e uomini, Alessandria del Carretto in questi giorni era tutta un fremito per l’organizzazione dello storico carnevale tradizionale. Il paese portava in scena la propria storia e memoria condivisa, prerogative d’esistenza e resistenza.  Tutta la comunità scendeva in strada e si lasciava stupire ogni volta come fosse la prima.  Ad Alessandria il carnevale – maschere, nastri e cenere – riproponeva l’essenza di una comunità dura ad arrendersi a strutturali fragilità e reali difficoltà. E poi era un’ottima vetrina per farsi conoscere!

Niente festa, dunque, nessuna maschera per le vie del centro pronta a battere, con la consueta e propiziatoria danza, il selciato cittadino. In quei passi di danza – monito, richiamo, invito al risveglio rivolto alla terra e insieme agli uomini, una sorta di hic et nunc gravido di rinascita – v’era una bellezza difficile da descrivere a parole, mirabile alla vista. E quella regale presenza (il Bello), coronata di colori accesi e stridenti, ben si conciliava con il grottesco nero dei seminatori di scherzi (il Brutto), non meno importanti all’economia della festa. I rappresentanti del bello e del brutto, in forme diverse, concorrevano al medesimo obiettivo: divertire, far ridere, regalare leggerezza. I primi in qualità di protettori benauguranti, i secondi con qualche scherzetto di troppo. Ma insomma, si rideva. Un riso di comunità o, per dirla con le parole di Bachtin, «un riso di Festa» capace di seppellire e resuscitare. Quella risata generale aveva la straordinaria capacità di mantenerci vivi. Sì, ci ricordavamo d’essere vivi ridendo, un po’ come – ironia della sorte – i giovani fiorentini decameroniani scappati dalla trecentesca Firenze appestata. La piazza piena e ridente di Alessandria del Carretto era stimolo, sicurezza, ossigeno. Il suo “riso di comunità” uno slancio di vita.

Intanto per il 2021, degno erede del precedente, c’è un altro «orso» da allontanare, ben più molesto. E se non possiamo riempire le piazze e ridere in compagnia, bere ottimo vino o gustare i fritti tipici di zona, allora scriviamo, raccontiamo, riguardiamo belle e vecchie fotografie o qualche filmato, rinnoviamo le nostre feste con la memoria e la parola, manteniamole vive nell’attesa di tempi migliori e – perché no? – per sorridere.

Carmine Adduci

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