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In libreria il romanzo di guerra “Destinazione Siria” di Paola Prandini

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Con “Destinazione Siria”, romanzo ambientato durante la presupposta fine della guerra in Siria nei primi mesi del 2019, Paola Prandini ritorna in libreria con un ampliamento dell’omonimo racconto classificatosi al terzo posto al “2°Premio Internazionale al Femminile Maria Cumani Quasimodo”, con presidente di Giuria Alessandro Quasimodo.

Sullo sfondo caratterizzato da un’atmosfera d’attesa, di un popolo che vuole ritornare a vivere e a riappropriarsi dei propri luoghi, sentimento che ricorda il clima sospeso di questi giorni condizionato dalla pandemia, come ha affermato lo stesso Alessandro Quasimodo che ha curato la prefazione del libro, si muove la protagonista Anaïs, giornalista francese di origini marocchine. La donna – si legge nel retro di copertina – si è fatta inviare in Siria dal suo giornale, ufficialmente per scrivere servizi su Damasco e la guerra in corso, ma in realtà per cercare Yassin, suo primo cugino, che lei ama come un fratello gemello. Del giovane, infatti, si sono perse le tracce, dopo che si è unito a un gruppo di foreign fighters, per combattere a fianco del Califfato. Anaïs, armata soltanto di tenacia e di speranza, vivrà sulla propria pelle gli attacchi dei jihadisti, l’orrore del conflitto, l’incubo dei bombardamenti. Alla fine, però, questa moderna eroina, che personifica la resilienza e la capacità di affrontare gli urti della vita senza esserne abbrutita, “come un fiore che sboccia tra le macerie, troverà fra le rovine anche l’amore”.

«Ho voluto far conoscere, alla maggioranza delle persone, la realtà di una guerra sconosciuta ai più, tutt’ora in corso dal 2011, di cui i media hanno parlato poco e solo in occasioni eclatanti come quelle di stragi jihadiste nei confronti di civili inermi – ha affermato Paola Prandini (nella foto), insegnante di Lingua e Letteratura Francese ora in quiescenza, che vive a Bondeno, in provincia di Ferrara -. Queste sporadiche notizie sono scivolate via in poco tempo e un velo di oblio è sceso su questa guerra molto anomala. Partita come protesta civile contro un governo dittatoriale, si è ben presto internazionalizzata e ha fatto sì, con giochi di alleanze assai mutevoli, che di anno in anno fossero sempre meno i combattenti siriani e sempre più quelli stranieri ad affrontarsi, per i loro interessi, sul suolo siriano, martoriando la popolazione. Ho cercato di richiamare l’attenzione sulle stragi di civili e sulla distruzione iconoclasta dei principali monumenti dell’antichità perpetrata soprattutto dai jihadisti, e ricordare i problemi concreti e quotidiani di chi ha perso tutto e, sopravvissuto, deve continuare a vivere in un clima di terrore e di privazioni materiali. In particolare ho voluto mettere in evidenza la situazione dei bambini, vittime innocenti a cui è stata negata l’infanzia». Col ritmo incalzante dei romanzi d’azione e delle spy story, la narrazione mantiene dall’inizio alla fine la giusta tensione, grazie ai colpi di scena riusciti, ad una scrittura precisa e asciutta, che lascia il lettore con il fiato sospeso.

È un romanzo dalle molteplici sfumature, che intercala toni leggeri a toni profondi, a volte filosofici, inserendo riflessioni sulla guerra, e poi romanticismo e voglia di rinascita, in una scrittura densa nei registri linguistici, che apre diverse prospettive di lettura. È anche, infine, un libro consolante, perché, come ha affermato ancora Quasimodo junior: «Molte pagine, che si possono definire prose poetiche per le immagini incisive, le sensazioni auditive, cromatiche, aiutano a superare la paura e la precarietà proprie del nostro destino».

Redazione

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