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Esordio di Gaetana Pollara con il romanzo “Il richiamo delle sirene”

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Con un romanzo breve, più precisamente con una novella sulla ricerca del proprio scopo nella vita, Gaetana Pollara (nella foto sotto) consegna ai lettori il suo esordio narrativo. Titolo dell’opera è “Il richiamo delle sirene” e narra la storia del rapporto fra un padre, Terenzi, e il figlio Adriano, che viene esortato dal genitore, come si legge nel retro di copertina, «a trarsi dall’inganno delle sirene ammaliatrici e a splendersi in un’esistenza che abbia un senso, abbandonando i sollazzi della dolce vita».

«Nel libro – chiarisce Pollara, classe 1965, autrice siciliana di Vittoria, in provincia di Ragusa – il padre si prodiga per riportare il figlio Adriano a ritrovare il cammino intrapreso e i valori guida per non perdersi». Altra figura centrale nel racconto è Beppe, personaggio che, nei momenti salienti della narrazione, darà il proprio prezioso contributo con i consigli elargiti.

Pagina dopo pagina, si assiste ad una metamorfosi del giovane e svagato Adriano, che scoprirà la strada da percorrere per lasciare le proprie tracce con il suo operato e non bruciare la propria occasione nel vuoto nichilista. Per il raggiungimento di questa nuova consapevolezza in lui, apprendista regista, sarà fondamentale anche la collaborazione con un illustre regista italo-americano, che gli chiede di aiutarlo a girare un film sulla battaglia di Lepanto e dalla cui esperienza Adriano maturerà l’idea che lo porterà, poi, alla scrittura del suo primo film. La valorizzazione della memoria, la conoscenza della Storia, intesa come maestra di vita che ci esibisce gli errori dell’umanità per esortarci a non commetterli più, spingeranno il protagonista a dedicarsi, per la sua pellicola, alla vicenda del capitano Piersanti, che salva e adotta un bambino ebreo, scampato ad una strage nazista ma rimasto orfano dei genitori. “Una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio. È una barca che anela al mare eppure lo teme”, scriveva il poeta Edgar Lee Masters e la trama di Pollara insiste su questo concetto, che è l’argomento principale del libro, ma si allarga ad abbracciare altri temi. Emerge il ritratto della nostra società attuale, con la vita frenetica della città in cui si corre dietro al tempo forsennato quando invece si dovrebbe riscoprire il valore della lentezza per poter vivere in pienezza. Sono accennate le problematiche del lavoro, che veste le sembianze della precarietà, ma anche la gabbia dell’apparenza, che può renderci degli ipocriti consapevoli, insieme a tanti altri microtemi che rendono il libro più ricco.

È una lettura consolante in questo particolare periodo in cui si sente la necessità di un cambio di rotta nelle nostre vite. «Ridare voce ad un pensiero di rinascita può diventare l’imperativo categorico che ognuno può porsi civilmente per riappropriarsi del destino personale e partecipare alla crescita della società», ha confidato Pollara che, dopo aver conseguito l’attestato di Grafica Pubblicitaria, si appassiona all’arte, oggi cura diversi blog e ha scelto la scrittura per comunicare il proprio contributo alla società, ottenendone anche gratificazioni importanti, come la vittoria del Premio Nazionale per il Turismo Sant’Agata de’ Goti con la poesia “Ode a Madre Teresa di Calcutta”. Docente della Pubblica Istruzione, vive nella verde Umbria, a pochi chilometri dalla Cascata delle Marmore. Il libro è pubblicato nella collana “I Diamanti” della Aletti Editore, a cui collabora Alessandro Quasimodo, figlio del poeta siciliano Premio Nobel Salvatore Quasimodo.

Redazione

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