“Sapori e mestieri dell’Alto Jonio” fa tappa ad Oriolo. Gal presenta tipicità del territorio (VIDEO)
Redazione Paese24.it
Una tre giorni all’insegna della tipicità territoriale, dei sapori da conservare e da tramandare per trasformare l’Alto Jonio in uno scrigno di “gioielli” da poter esportare in tutto il Mondo. Lunga questa direzione si è snodata la “tre giorni” ad Oriolo organizzata dal Gal Alto Jonio Federico II in collaborazione con la locale Amministrazione comunale e rientrante nel più vasto cartellone dei “Sapori e mestieri dell’Alto Jonio”. Un week end di convegni, stand, canti popolari che hanno trasformato la centralissima piazza del Borgo di Oriolo, ai piedi del castello medievale, in una vetrina eno-gastronomica. Diverse le aziende del territorio che hanno allestito gli stand aprendoli alla degustazione delle loro specialità. Una vera peculiarità del progetto Gal, quella di portare la tipicità del territorio in piazza in un discorso di consapevolezza condivisa sulle enormi potenzialità che un territorio come l’Alto Jonio offre e che spesso vengono sottovalutate.
Vero “leit motiv” del presidente del Gal, Alberto Cosentino e del direttore tecnico Franco Durso (rispettivamente sindaci di Canna e Roseto), che proprio in queste settimane stanno coordinando un certosino lavoro che permetterà di “mappare” tutte le aziende agricole del territorio, i punti ricettivi per poter così avere un quadro generale dell’offerta territoriale per poter poi così intervenire con azioni specifiche. All’interno del teatro “Valle” di Oriolo, invece spazio al dibattito, su tematiche legate alla forestazione, alla salvaguardia dei boschi, alla prevenzione sugli incendi, alla professionalizzazione di allevamenti particolari, come quello del suino nero di Calabria, sino al sempre delicato settore venatorio. Diversi gli esponenti politici del territorio che venerdì e sabato sera si sono alternati al tavolo dei relatori. Venerdì sono giunti ad Oriolo: dal vicepresidente della Provincia, Mimmo Bevacqua, al consigliere regionale Mario Franchino, a quello provinciale Giuseppe Ranù, al segretario generale Cisl Cosenza, Antonio Russo. Sino ai sindaci Santagada (Castroregio), Trebisacce (Nocara), Rizzuto (Villapiana), Gaudio (Alessandria del Carretto); La Manna (Montegiordano), i quali hanno usato toni non poco polemici nei confronti della Regione Calabria che, a sentire i primi cittadini, gestirebbe con “due pesi e due misure” rispetto ad altri comprensori, un territorio, l’Alto Jonio cosentino, da troppo tempo “terra di nessuno”.
Sabato, invece, si sono alternati al microfono, moderati dal sindaco di Oriolo (così come venerdì) Franco Colotta: l’ex consigliere regionale Franco Pacenza; il presidente del Gal Alto Jonio, Alberto Cosentino; Il direttore del Csd Arssa Molarotta-Camigliatello, Franco Monaco e l’assessore provinciale al Patrimonio faunistico e Protezione civile, Biagio Diana. Ciò che emerso è stata l’atavica difficoltà degli attori dell’Alto Jonio cosentino a fare rete, in tutti in campi e non per ultimo nel settore rurale: una vera scommessa del Gal che nelle ultime settimane ha promosso diversi bandi in tal senso (consultabili sul sito www.galaltojonio.it) che vanno dalle fattorie didattiche, alle agenzie di viaggi, alle strutture ricettive, etc… Nel corso del dibattito l’assessore Diana ha avuto modo di confrontarsi anche con diversi cacciatori del comprensorio presenti in sala i quali rivendicano maggiore libertà nell’attività venatoria ed un maggiore controllo sul ripopolamento dei boschi.
Di spessore squisitamente tecnico, invece, l’intervento del dottor Franco Monaco che ha esaltato gli allevamenti allo stato semibrado, utili sia alla genuinità del prodotto ma anche alla salvaguardia dell’ecosistema boschivo: lungo un percorso di allevamento che deve passare dalla sola quantità, per arrivare alla qualità che guarda anche all’ambiente. Su questo solco anche nell’Alto Jonio sta provando a prendere piede l’allevamento del suino nero. E anche qui la parola d’ordine è cooperazione, fare rete tra gli attori del settore per uscire dall’isolamento. Punto fermo della politica del Gal, come ha sottolineato lo stesso presidente Cosentino: «Mettere in rete le innumerevoli tipicità di questo territorio per creare sviluppo e scardinare, mediante un turismo di qualità ed un’esportazione di prodotti d’eccellenza, quelle porte chiuse che condannano l’Alto Jonio all’isolamento».