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Sito di San Nicola passa al Ministero della Cultura. Nuova primavera per l’archeologia di Amendolara

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Il sito di San Nicola, di forte interesse archeologico, situato in agro di Amendolara è stato definitivamente acquistato dal Ministero della Cultura, guidato dal ministro Dario Franceschini. Era da circa quindici anni che lo Stato non acquistava da un privato un sito archeologico in Calabria. Questa operazione consentirà di riprendere le attività di ricerca su uno dei pianori più belli dell’intera Calabria. L’ultima campagna di scavi a San Nicola, degna di questo nome, si è avuta tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. Nei giorni scorsi una delegazione della Università “La Sapienza” di Roma, guidata dall’ordinario di Archeologia Classica, Paolo Carafa e la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza con il soprintendente Fabrizio Sudano ha effettuato un primo sopralluogo dopo l’acquisto del sito da parte del Ministero per capire quali possano essere i primi interventi da realizzare. Hanno partecipato alla visita anche i funzionari archeologi della Sabap (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio) della Provincia di Cosenza, Francesca Spadolini e Carmelo Colelli. Il sito di San Nicola è ubicato sopra il centro abitato di Amendolara con accesso dalla Strada Provinciale in località “Timpone del prato”.

Sicuramente la Soprintendenza della Provincia di Cosenza provvederà quanto prima a mettere in sicurezza l’area con una recinzione ed una prima pulizia per permettere all’equipe del professor Carafa di riprendere le ricerche. Il sindaco di Amendolara, Antonello Ciminelli, segue con attenzione l’intera vicenda prospettando per l’area di San Nicola la possibilità di realizzare uno dei parchi archeologici più importanti dell’intero Mezzogiorno d’Italia. Amendolara potrà così tornare a ritagliarsi quell’importante ruolo nell’archeologia nazionale che l’ha vista pioniere e precursore di importanti scoperte ormai cristallizzate nei musei e nei testi scientifici, dando luogo ad un vero protocollo di ricerca archeologico, definito proprio “modello Amendolara”.

Forse la spinta decisiva all’interessamento dello Stato al pianoro di San Nicola si è avuta dopo il ritrovamento di una fornace greca o medievale nel 2017, all’attenzione anche del compianto professor Giuseppe Roma. Quella stessa fornace oggi è coperta per garantire ai reperti una protezione in attesa di riprendere gli studi archeologici. Sul pianoro di San Nicola sorgeva una città della Magna Grecia, probabilmente del VII secolo a.C.,  che da più parti viene identificata con Lagaria, tra verdi boschi e sorgenti, con una necropoli a valle. Luoghi scoperti ed esplorati dallo storico locale, il medico Vincenzo Laviola e dall’archeologa francese Juliette de La Genière ormai cinquant’anni fa. Adesso il sito di San Nicola (che si estende per 20 ettari; con tutto il bosco si arriva a 50) si appresta a conoscere una nuova stagione di ricerca e scoperte. «Un posto bellissimo – ha commentato entusiasta il professor Carafa -. San Nicola sicuramente diventerà un laboratorio di archeologia a cielo aperto. Poi vediamo cosa emerge dagli scavi». Il sito che è vincolato dal 1972 per il suo interesse archeologico adesso sarà oggetto di un protocollo di intesa tra la Soprintendenza della Provincia di Cosenza, cioè il Ministero e quindi lo Stato e l’Università La Sapienza di Roma. «Sicuramente, il passaggio del sito allo Stato diventa un valore aggiunto per la sua conservazione e valorizzazione», ha dichiarato il soprintendente Sudano nel corso del sopralluogo.

Vincenzo La Camera

 

 

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