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Dai matrimoni al sabato delle Anime. I riti arbëreshe verso la candidatura Unesco

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L’aver fatto riscoprire il valore del costume femminile anche nella modernità e come parte integrante del ricco patrimonio identitario arbëresh, dei riti e delle tradizioni suggestive compresi nella candidatura Unesco del Moti i Madh ovvero il “Tempo Grande” che precede e segue la Pasqua e che accomuna da oltre 6 secoli 50 comunità italo-albanesi in tutta la Penisola. È, questo, il primo e più importante risultato raggiunto dal progetto coordinato dalla Fondazione universitaria Unical Francesco Solano sul quale si è concentrata la Giornata di Studio ospitata nel Salotto Diffuso di Vaccarizzo Albanese. È quanto ha dichiarato il viceministro albanese della cultura Meri Kumbe intervenendo nel corso della giornata di studio a conclusione della 37esima rassegna del Costume Arbëreshe promossa dall’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Antonio Pomillo, co-finanziata dalla Regione Calabria (PAC 2014 2020 annualità 2019 azione 1 tipologia 1.2).

Ricca di spunti la due giorni celebratasi venerdì 24 e sabato 25 settembre ha visto come ospiti d’eccezione anche gli Ambasciatori della Repubblica d’Albania Anila Bitri Lani e del Kosovo Lindita Haxhitasim, entrambe intervenute a sostegno della candidatura di Moti I Madh al riconoscimento Unesco come buone pratiche di salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Un forte e concreto segnale di sostegno alla valorizzazione del patrimonio arbëresh e al Moti i Madh è venuto anche dal presidente della dalla massima istituzione culturale albanese, l’Accademia delle Scienze, Skënder Gjinushi. Momenti musicali della tradizione sono stati curati dalla Corale Greco Albanese Giovan Battista Tennis.

Il sindaco di Vaccarizzo Albanese, Antonio Pomillo, ha espresso apprezzamento per la qualità degli interventi e per la condivisione di un obiettivo che guarda allo sviluppo eco-sostenibile dei territori e a promuovere nelle nuove generazioni il patrimonio di conoscenze intorno alla lingua e alla cultura arbëreshe che ben valorizzate possono rappresentare un’importante risorsa economica per lo sviluppo delle comunità albanofone. La proposta, denominata Moti i Madh (tempo grande in albanese), è stata promossa dalle cattedre universitarie di albanologia di Cosenza e Palermo e ha raccolto il lavoro di un gruppo di studiosi di di 6 Atenei italiani, e con l’adesione ora dell’Albania diventa transnazionale. Essa è stata illustrata a nome della Fondazione UNICAL F. Solano da Francesco Altimari e dall’intero gruppo di lavoro presente ai lavori. Essa riguarda in particolare i vari riti, compresi quelli nuziali e funebri e le feste primaverili (con i canti, le danze tradizionali, i costumi e i cibi, tradizionali e rituali, ecc.) associate ai quattro sabati che vanno dal Carnevale alla Pentecoste: il sabato delle Anime, quello di Lazzaro, il sabato santo e Shtuna e Shalës. Cerimonie di matrice religiosa ma anche laica che coprono l’intero arco primaverile, condivise in gran parte delle comunità arbëreshe, sia di rito greco-bizantino che di rito latino, e documentate da un ricco patrimonio di letteratura orale.

Redazione

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