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Trebisacce. L’Istituto Comprensivo ricorda l’eroe Alfredo Lutri

Trebisacce. L’Istituto Comprensivo ricorda l’eroe Alfredo Lutri
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“La moto di Alfredo” è il titolo di una pubblicazione, frutto di un’approfondita ricerca storica promossa da Fatima Ruggio docente dell’Istituto Comprensivo “C. Alvaro” di Trebisacce che sarà presentata in occasione dell’80esimo anniversario della morte del bersagliere trebisaccese Alfredo Lutri, patriota ed eroe, Medaglia d’Oro al valore militare, uno delle migliaia di italiani caduti in guerra sul fronte russo il cui destino rimane fortemente legato alla sua moto, la storica Moto Guzzi, scelta come “moto da guerra” insieme alla mitica Gilera, perché velocissima e affidabile, su cui però il patriota trebisaccese andò incontro alla morte, non prima però di aver dato prova di grande coraggio e generosità.

Per ricordare e celebrare la sua eroica figura l’Istituto Comprensivo “C. Alvaro” guidato dal Dirigente Scolastico Giuseppe Antonio Solazzo ha organizzato una  manifestazione commemorativa, mercoledì 15 dicembre, alla presenza del Generale di Corpo d’Armata Giuseppenicola Tota, di origini pugliesi, Bersagliere, Comandante delle Forze Operative del Sud Italia, del Commissario Prefettizio Carlo Ponte e di tantissime altre autorità militari e civili. L’Inno di Mameli solennemente cantato dal coro dell’Istituto e da tutti i presenti, oltre alla folta presenza di bersaglieri con le piume al vento ha dato subito l’idea della solennità e dell’orgoglio condiviso per l’appartenenza alla comunità che ha dato i natali a un eroe amato come Alfredo Lutri Medaglia d’Oro a cui è intitolata la strada principale della città e dove è posizionato in monumento a lui dedicato. A dare un tocco di folklore e di sano patriottismo ha contribuito la presenza dei militari piumati tra cui, oltre al Generale Tota, la Fanfara del 7° Reggimento Bersaglieri di Altamura (BA) che ha intonato il silenzio d’0rdinanza in memoria di tutti i militari caduti in guerra tra cui il bersagliere motociclista trebisaccese Alfredo Lutri.

In realtà quella dei Bersaglieri è, fra le armi del nostro esercito, una delle più amate dal pubblico italiano, una delle più rispettate e una delle più affascinanti. L’idea del “soldato sempre di corsa” ha infatti generato da sempre un’ammirazione particolare per questo corpo dell’Esercito Italiano, a tal punto che molti soldati appartenenti a questo Corpo ne hanno fatto una ragione di vita. Così come aveva fatto il bersagliere Alfredo Lutri a cui piaceva la velocità della moto che, specie nelle aride steppe russe, si faceva preferire alla bicicletta. Così, dopo essersi arruolato per servire la patria, la moto divenne, fino all’ultimo giorno di esistenza, la sua fedele e inseparabile compagna di vita. Entrato a far parte del Corpo dei Bersaglieri, per la sua prima missione denominata Operazione Barbarossa, l’11 agosto 1941, così come racconta di lui lo storico Tommaso Lunardi, Alfredo Lutri era di pattuglia nel territorio dell’attuale Pokrowskoje a bordo della sua moto insieme al commilitone Germano Narduzzi che sedeva sul posto a fianco del sidecar. “Motociclista in esplorazione avanzata, fatto segno ad intenso fuoco dal nemico in agguato, – così si legge nella motivazione della Medaglio d’Oro al valor militare – persisteva nel suo compito di ricognizione, finché veniva colpito gravemente insieme al compagno di macchina.  Con supremo sforzo, Alfredo Lutri, lungi dall’abbandonare la manopola del gas della sua Moto Guzzi, riprendeva la guida del mezzo per comunicare al proprio Comandante l’esito della ricognizione avanzata e per portare in salvo il compagno. Giunto in presenza del suo Comandante, Alfredo Lutri si abbatteva morente subito dopo, ma accennando soltanto alla ferita del compagno, perché gli fosse data la precedenza nelle cure. Magnifico esempio di dedizione al dovere, di spirito militare e di cameratismo, fino al supremo sacrificio della vita”. (foto copertina di Franco Lofrano)

Pino La Rocca

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