Trebisacce. Ambulanze ferme, mancano pasticche dei freni. Paradossi di una sanità in ginocchio
Alto Jonio, sanità appiedata per pochi euro: mancano le pasticche dei freni e le ambulanze, a Trebisacce, restano ferme, con gli autisti che si alternano regolarmente assicurando la propria presenza, ma stando con le braccia conserte perché impossibilitati a muovere i mezzi per una questione di sicurezza. Per fortuna ci sono le ambulanze della Misericordia che assicurano il trasferimento dei pazienti da un ospedale all’altro e sopperiscono alle carenze dell’Asp che non riesce ad assicurare la manutenzione dei mezzi a causa di probabili disfunzioni organizzative. Non si può infatti pensare che un’azienda sanitaria così grande (sicuramente la più vasta della Calabria), che gestisce un budget ultra-milionario di risorse pubbliche, non abbia la disponibilità di un centinaio di euro per sostituire le pasticche dei freni dei mezzi.
Da qualche giorno le ambulanze dell’ex Pronto Soccorso di Trebisacce, oggi trasformato in PPI (punto di primo intervento), sono infatti ferme al palo perché non sono nelle condizioni di sicurezza per poter circolare. L’altro giorno, secondo quanto si è appreso negli ambienti sanitari, per il trasferimento di un paziente da Trebisacce presso l’ospedale-spoke di Rossano, essendo impegnati i mezzi della Misericordia, si sarebbe fatto ricorso ad un’ambulanza fatta arrivare a Trebisacce addirittura da Lungro, con una percorrenza di circa 200 chilometri. Infatti l’ambulanza, dopo aver trasferito il paziente a Rossano, ha dovuto far ritorno a Trebisacce per accompagnare l’infermiere, per poi far ritorno a Lungro. Tutto questo la dice lunga sulle condizioni di estremo abbandono in cui versa oggi la sanità pubblica nelle zone più periferiche della Provincia, come l’Alto Jonio, laddove un paziente qualunque, trovandosi in una condizione di emergenza-urgenza, deve fare gli scongiuri e ritenersi fortunato se riesce a trovare un’ambulanza ed un medico che gli presti soccorso e che riesca a trovare un posto-letto in un ospedale. In questa situazione, come di recente ha sostenuto il sindaco di Cassano Jonio Giovanni Papasso, «L’Alto Jonio è il territorio calabrese più penalizzato in assoluto perché qui non sono più assicurati neanche i livelli minimi di assistenza e di sicurezza… anche perché, chiusi gli ospedali di Trebisacce e di Cariati oltre alla Clinica di Sibari che svolgeva un importante ruolo di supporto, i posti-letto assegnati agli ospedali di Corigliano e di Rossano sono stati ridotti a livelli che sono molto al di sotto degli standard nazionali e regionali».
Pino La Rocca
Hanno chiuso la ginecologia a Rossano. Una sola ginecologia è attiva a Corigliano per tutta la Sibaritide. Ne vogliamo parlare? Vogliamo parlare della mancanza delle medicine nei reparti? Vogliamo parlare dell’impossibilità di nutrire i pazienti operati con le apposite flebo, visto che le stesse son finite? Le pasticche dei freni consumate nelle ambulanze sembra nulla al confronto. Tutto ciò ci sia da insegnamento quando andremo al voto l’anno prossimo.